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martedì 26 settembre 2017

Cina blocca WhatsApp

Durante gli ultimi mesi, nello stato asiatico più popolato al mondo, WhatsApp aveva subito delle brevi e ripetute interruzioni del servizio, con utenti che non potevano più inviare immagini e video. Ora sono stati bloccati anche i messaggi di testo secondo Nadim Kobeissi, della società di ricerca a Parigi che controlla anche la censura digitale in Cina.

Ciò che era iniziata come una censura di audio, video e immagini si è trasformata anche in una censura dei messaggi di testo. Kobeissi ha scoperto che la Cina potrebbe aver aggiornato il suo firewall di stato per rilevare e bloccare il protocollo NoiseSocket utilizzato da WhatsApp. Un duro colpo per Facebook, che era già stato bandito nel 2009 e possiede l'applicazione di messaggistica.

Il blocco di WhatsApp arriva in concomitanza con il 19° congresso nazionale del Partito Comunista Cinese. Una delle ragioni per cui potrebbe essere stato bloccato è la messaggistica crittografata che mantiene la riservatezza degli utenti. Al contrario, altre applicazioni come WeChat forniscono tutti i dati degli utenti al governo cinese.

- Scritto da M -

martedì 29 agosto 2017

Cina produce cannabis

In appena cinque anni si potrebbe arrivare ad un valore di circa 15 miliardi di dollari, il tutto nella più completa legalità. Il futuro dell'industria cinese della cannabis sembra migliore rispetto ad un passato caratterizzato da una tacita accondiscendenza da parte delle autorità a fronte dei guadagni per la popolazione locale. Secondo una recente inchiesta la Cina è silenziosamente diventata uno dei principali produttori di cannabis al mondo, passando da una fase iniziale contraddistinta da un'implicito laissez faire alla piena coltivazione in alcune aree.

L'estensione esatta, così come la produzione annua, rientra negli inarrivabili segreti di stato. La preziosa pianta è infatti una facile fonte di guadagno per le comunità rurali. La canapa infatti rende 1'500 dollari per ettaro, molto di più rispetto alle poche migliaia generate da colture più comuni come il mais. Inoltre essendo quasi immune all'attacco di parassiti non richiede nessun utilizzo di costosi parassiti. Fiutando l'affare, negli ultimi anni buona parte della popolazione locale coinvolta nella produzione di lini si è convertita alla produzione di cannabis. 

Secondo la World Intellectual Property Organisation ormai sono 600 i brevetti "made in China" sulla cannabis, ad esempio vari farmaci.

- Scritto da M -