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martedì 16 gennaio 2018

Panico alla Borsa di Giacarta


Attimi concitati, vissuti sotto un'autentica cortina di paura e terrore, hanno atteso nella mattinata del 15 gennaio scorso gli abitanti dell'imponente città di Giacarta, la capitale dell'Indonesia.


Nelle prime ore della giornata infatti, un piano ammezzato del palazzo della Borsa valori è crollato sulla strada ferendo, secondo i media locali, non meno settantacinque persone che in quel momento si trovavano a percorrere il tratto di strada sottostante e coloro i quali si trovavano sulla struttura caduta.
 Dopo un primo momento dove era stato ipotizzato un'azione di matrice terroristica, il portavoce della polizia locale ha rilasciato alle TV la dichiarazione secondo cui "E' escluso che si tratti di terrorismo: non si è trattato di una bomba". 
Le diverse emittenti televisive una volta giunte precipitosamente sul luogo, hanno ripreso scene drammatiche: il forte rumore provocato dallo schianto ha ricordato a molti quello di un'ordigno, creando così fra passanti e impiegati della Borsa un vero e proprio fuggi-fuggi generale. Le macerie hanno reso ardua l'evacuazione dell'impianto, ad oggi chiuso e sotto sequestro, e i soccorritori hanno dovuto districarsi fra esse per raggiungere le persone ferite e quelle rimaste all'interno dello stabile. Ad oggi, fortunatamente nessuna vittima è stata riscontrata.
Le forze dell'ordine indonesiane, sono incessantemente al lavoro per risolvere quanto prima l'indagine aperta, nelle scorse ore, riguardo le cause che hanno provocato l'improvviso crollo del piano rialzato dell'edificio che ospita la Borsa della capitale ma tutt'ora il mistero ancora attanaglia abitanti, funzionari statali e lavoratori presenti sul posto al momento della sciagura.


-Scritto da A-

martedì 28 novembre 2017

Il terrore attorno al vulcano Agung

Non accenna a diminuire il grado di terrore che incombe da alcuni giorni sulla popolazione indonesiana. 


Sono infatti giornate all'insegna della paura quelle a cui gli abitanti ed i turisti residenti nell'isola di Bali sono sottoposti. 
Il vulcano Agung, la cui ultima eruzione è datata 1963, sta eruttando oramai da settimane nubi di ceneri bianco-grigiastre, capaci di raggiungere altitudini vicine ai novemila metri. Sono decine di migliaia le persone a cui le autorità locali hanno fatto pervenire l'ordine di evacuazione, anche a causa dell'espansione dell'area di rischio intorno al vulcano, portata da sette a dieci chilometri. 
Secondo Sutopo Purwo Nugrodo, portavoce del governo indonesiano, l'estensione la zona interessata dalla più che probabile eruzione coinvolgerebbe oltre ventidue villaggi. D'altro canto, più di quarantamila persone hanno già abbandonato le proprie abitazioni, numero che malauguratamente nelle prossime ore è destinato ad aumentare. 
Con gli aeroporti chiusi, sono decine di migliaia i turisti rimasti bloccati sull'isola, tutto mentre all'interno del cratere vulcanico si sta accumulando la lava, destinata nelle prossime giornate ad esser espulsa dal monte Agung sotto forma di violenta eruzione.
A render ancor di più drammatica la situazione, vi stanno pensando le piogge torrenziali che, come ogni anno nella stagione dei monsoni si abbattono sullo stato asiatico. Dalle pendici del vulcano infatti, stanno scendendo lunghe colate di fango e detriti i quali sempre più velocemente si abbatteranno sui villaggi nelle zone limitrofe.


                                                     -Scritto da A-