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giovedì 25 gennaio 2018

Affinché la sofferenza di un popolo non sia vana


Il lento ma inesorabile scorrere del tempo, ha fatto si che questo primo mese del nuovo anno giungesse alla fine in tempi relativamente stretti. Ammettiamolo, sembra ieri che insieme ad amici e parenti ci sedevamo a tavola per assaporare gustosi manicaretti e scambiarci i doni di Natale. Invece, come se nulla fosse, gennaio con le sue fredde giornate sta finendo e, come ogni anno in questo periodo, la popolazione mondiale intera si appresta a rimembrare quanto accaduto alla popolazione ebrea e non solo durante il regime nazi-fascista.


Sabato 27 gennaio ricade infatti la Giornata della Memoria, ricorrenza commemorativa celebrata in tutto il mondo per far si che il ricordo delle vittime dell'Olocausto non sia vano. La data, scelta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite durante la quarantaduesima riunione mondiale del 1 novembre 2005, ricade non a caso sul giorno in cui l'armata di Stalin liberò il campo di concentramento più conosciuto in epoca bellica e da noi oggi, quello di Auschwitz-Birkenau. La Shoah, responsabile in poco più di una decade di aver causato oltre quindici milioni di morti fra le razze considerate "inferiori" dai tedeschi ariani, nel corso degli anni ha avuto una portanza storica a dir poco rilevante. Le atrocità commesse nei campi di sterminio, una volta rese note, servirono all'umanità a comprendere la portata della follia nazi-fascista, rea di aver promosso e perpetrato simili crudeltà. Allo stesso tempo, la popolazione planetaria che per quasi una decade e mezzo avevano chiuso gli occhi ignorando la calamità del regime di Hitler, si riscoprì unita nell'impegnarsi a far si che una simile tragedia non potesse in alcun modo ripetersi. 
L'importanza della Giornata della Memoria ha per le nuove generazioni, viziate e benestanti, assunto connotati ben diversi; i giovani di oggi, a stento riconoscono la data in cui essa cade e ben pochi ne concepiscono il senso. Mai come ora invece, in un mondo che fa della discriminazione razziale, culturale e religiosa un suo cardine di vita, il ricordo dell'Olocausto dovrebbe farsi vivo in noi per far sì che gli errori del passato non si ripercorrano sulle scelte del presente.

Il campo di lavoro, così definito dai tedeschi all'epoca, di Auschwitz fu scoperto quasi per caso dalle truppe sovietiche. La sessantesima armata, sotto la guida del maresciallo Ivan Konev, impegnata sul fronte orientale del conflitto bellico, dopo aver superato l'assembramento nazista sulla linea della Vistola, penetrò all'interno del territorio arrivando sino alla città polacca di Óświęcim. Qui i soldati russi liberarono i superstiti del lager, sgombrato poco prima da una frettolosa ritirata delle forze hitleriane, rivelando al mondo le atrocità perpetrate. Nonostante l'Armata Rossa avesse già nel corso del tempo liberato alcuni campi di prigionia, la scoperta di Auschwitz-Birkenau rimane ancora oggi una delle rivelazioni più atroci a cui l'umanità ha dovuto assistere.


Il genocidio delle razze "inferiori" da parte della Germania nazista coinvolse non soltanto gli ebrei di qualsiasi età e sesso; vittime del massacro furono anche omosessuali, portatori di handicap, testimoni di Geova, pentacostali, rom, sinti, oppositori politici e popolazioni delle regioni orientali precedentemente conquistate dal Reich. Delle oltre quindici milioni di vittime causate, circa sei milioni di esse furono ebree. 

Noi tutti oggi viviamo con il peso delle scelte operate dai nostri predecessori, consapevoli che il mondo intero non fece altro che rimanere impassibile di fronte alla complessa operazione che porto alla "soluzione finale delle questione ebraica", opponendosi solo in parte alla crudeltà tedesca. L'odio antisemita ed anti-razziale che aleggiava in Europa e nel mondo tra i due conflitti bellici, alimentò a dismisura l'odio verso gli ebrei, accusati senza alcuna ragione di esser la causa d'ogni disgrazia e sfortuna economica e non solo. 
Tutto questo a voi tutti non ricorda qualcosa di estremamente attuale? 
Ricordate, studiate, informatevi e non dimenticate mai che il passato è forse meglio che rimanga solamente nei libri di storia.


-Scritto da A-

mercoledì 24 gennaio 2018

Arte: il potere del ricordo!


Oggi l'articolo settimanale dell'arte verrà dedicato ad una scultura che ritengo possa appieno riepilogare la forza, il dolore e il ricordo di un evento che ogni anno viene celebrato nel Giorno della Memoria (il 27 gennaio).
Come mi sforzo di dire da sempre, l'arte è comunicazione, non solo intrattenimento, alle volte il suo sapore squisitamente sociale travalica il divertimento, per incontrare fini più nobili come il ricordo.


(Immagine presa dal Sito Ufficiale it.wikipedia.org)

Oggi vi mostrerò un'opera sconosciuta ai più, dall'impatto emotivo universale.
Parliamo delle scarpe poste sul lato di Pest, lungo la riva del Danubio, che per l'appunto divide la capitale Ungherese, Budapest.
Queste scarpe sono il simbolo di un'efferato massacro nei confronti della comunità ebraica ungherese.
Nel 1944/45 il Partito delle Croci Frecciate collaborò con i nazisti. Infatti, erano soliti imprigionare gli ebrei all'interno delle loro case nel ghetto, per poi assassinarli in città. Precisamente su una delle due rive del Danubio. Legati a gruppi di tre. Solo quello centrale era destinato ad una morte veloce, data dal colpo di pistola, mentre gli altri erano destinati a morire annegati dentro al fiume. Nessuno veniva risparmiato: bambini, donne e anziani.
Prima di legarli erano soliti fargli togliere le scarpe, considerate come un capo d'abbigliamento pregiato e non doverose di andare perso nelle acque del fiume.

Così il regista Can Togay, assieme allo scultore Gyula Pauer ha deciso di ricordare quelle vittime per mezzo di un'opera che, ogni volta che la si guarda, lascia senza parole.


(Immagine presa dal Sito Ufficiale www.luoghidanonperdere.com)

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perchè ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.

Cit. Primo Levi

Scritto da L.

martedì 12 settembre 2017

Anniversario Caduta Torri Gemelle


Il silenzio dei giganti

Ieri si è celebrato il sedicesimo anniversario degli attacchi terroristici che hanno colpito il cuore dell'America con la caduta delle Torri Gemelle nel lontano 11 settembre 2001.


In migliaia si sono radunati attorno a Ground Zero (il memoriale eretto al posto delle macerie, in onore delle vittime). New York e tutto il mondo si ferma per rendere omaggio alle persone che persero la vita in quello che rimane forse l'attacco più feroce mai sferrato da Al Qaeda.

Durante la commozione generale una donna, rimasta vedova dopo l'attentato, ha preso parola e riporto qui le sue bellissime parole, tanto concise quanto forti:

"Viviamo con la paura ma non nella paura!". Non serve aggiungere altro.

Noi ci impegniamo affinchè non si dimentichi, tenendo viva la memoria comune.


Scritto da L.

mercoledì 5 aprile 2017

Curiosità

è credenza popolare che i pesci rossi siano dotati di una memoria molto breve, di 30 secondi o anche meno. Questo è falso, in realtà i pesci rossi associano i vari stimoli ad un'azione e mantengono per diverso tempo in memoria le risposte apprese.
- Curiosità scritta da M -