Oggi l'articolo settimanale dell'arte verrà dedicato ad una scultura che ritengo possa appieno riepilogare la forza, il dolore e il ricordo di un evento che ogni anno viene celebrato nel Giorno della Memoria (il 27 gennaio).
Come mi sforzo di dire da sempre, l'arte è comunicazione, non solo intrattenimento, alle volte il suo sapore squisitamente sociale travalica il divertimento, per incontrare fini più nobili come il ricordo.
(Immagine presa dal Sito Ufficiale it.wikipedia.org)
Oggi vi mostrerò un'opera sconosciuta ai più, dall'impatto emotivo universale.
Parliamo delle scarpe poste sul lato di Pest, lungo la riva del Danubio, che per l'appunto divide la capitale Ungherese, Budapest.
Queste scarpe sono il simbolo di un'efferato massacro nei confronti della comunità ebraica ungherese.
Nel 1944/45 il Partito delle Croci Frecciate collaborò con i nazisti. Infatti, erano soliti imprigionare gli ebrei all'interno delle loro case nel ghetto, per poi assassinarli in città. Precisamente su una delle due rive del Danubio. Legati a gruppi di tre. Solo quello centrale era destinato ad una morte veloce, data dal colpo di pistola, mentre gli altri erano destinati a morire annegati dentro al fiume. Nessuno veniva risparmiato: bambini, donne e anziani.
Prima di legarli erano soliti fargli togliere le scarpe, considerate come un capo d'abbigliamento pregiato e non doverose di andare perso nelle acque del fiume.
Così il regista Can Togay, assieme allo scultore Gyula Pauer ha deciso di ricordare quelle vittime per mezzo di un'opera che, ogni volta che la si guarda, lascia senza parole.
(Immagine presa dal Sito Ufficiale www.luoghidanonperdere.com)
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perchè ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
Cit. Primo Levi
Scritto da L.
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