giovedì 11 gennaio 2018

Lo sport lì, dove mai alcun uomo era giunto prima


Agli occhi dei più, lo sport può apparire come un semplice intrattenimento, capace di attrarre a se masse di "pecoroni" pronti a idolatrare persone con abilità non comuni. Certamente dietro questa affermazione, vi è il fatto che il mondo sportivo riesce, soprattutto negli ultimi anni, a far girare in torno a se un business capace di fruttare milioni e milioni di dollari. 

Tutto ciò, si scontra spesso e volentieri con il fatto che compiere un'attività sportiva aiuta gli individui a vivere in maggior armonia con se stessi e con il proprio corpo. Altri ancora, riescono attraverso lo sport ad esprimere la parte migliore di loro stessi, mentre altri vedono in esso un'efficace metodo per evadere dal mondo corrente.
Quello che sicuramente non può esser messo in discussione è il fatto che, come altri aspetti della vita umana contemporanea, lo sport può incantare le masse o lasciarle indifferenti ma, oggi più che mai, non ci si venga a dire che esso non cambia la vita. Nel corso della storia, lo sport è stato capace di aiutare gli uomini, smussando le tensioni sociali e riavviando l'economia di interi paesi. La vicenda, della quale sicuramente avrete sentito disquisire nelle scorse giornate, raccontata da noi oggi, ha i connotati dell'impossibile.

I Giochi olimpici di PyeongChang
Come il copione vuole, dal nove febbraio prossimo si terranno presso la contea di PyeongChang i ventitreesimi Giochi olimpici invernali. La cittadina della Corea del Sud, fu scelta come città organizzatrice lo scorso 2011, quando la stessa sconfisse le contendenti Monaco di Baviera e Annecy. Le nazioni partecipanti saranno in totale trentanove e i rispettivi atleti si sfideranno in quindici discipline differenti. Nei libri di storia che, probabilmente studieranno i nostri figli e nipoti, queste Olimpiadi verranno sicuramente ricordate per l'avvicinamento, dopo anni di gelo, tra i governi delle due Coree, quella del Sud (organizzatrice dell'evento) e quella del Nord.

Un antico astio capace di dividere un territorio
Per tutti coloro disattenti durante le lezioni di storia, proveremo noi in breve a raccontarvi ciò che spinse le due Coree a dividersi, spezzando così un territorio in Nord e Sud.
Ancor prima dello scoppio della Grande Guerra, l'Impero giapponese annoverò fra i territori da esso dominati la Corea, resa libera solo grazie alla vittoria alleata avvenuta alla fine del secondo conflitto mondiale. La fine della sovranità nipponica, non pose termine alle sofferenze della penisola, occupata e frazionata da quel momento dalle due grandi potenze vincitrici dello scontro bellico: l'Urss e gli Stati Uniti.  Nonostante l'intento delle due nazioni fosse inizialmente quello di un protettorato atto a far nascere un nuovo governo coreano, esse riuscirono solamente nel solcare ancor più profondamente la divisione da loro stesse creata, stabilendo in ognuna delle due aree capi di governo differenti. 
La disgregazione ottemperata, peggiorò nel corso della guerra di Corea avvenuta tra il 1950 ed il 1953, alimentano gli attriti fra i diversi popoli tanto da dover costituire una zona demilitarizzata atta a salvaguardare l'incolumità degli abitanti. 
La Corea del Nord, di matrice socialista, subito dopo il conflitto interno si elevò a potenza economica, questo grazie soprattutto ad una serie di misure politiche isolazioniste. Per contro, a Sud si creò uno Stato filo-occidentale, destinato solo con il crollo dell'Unione Sovietica a divenire uno dei paesi maggiormente avanzati in campo economico, surclassando i "cugini" del nord, il cui sistema finanziario ed economico collassò.
Con l'avvento degli anni novanta, i contatti fra le due Coree per una possibile riunificazione aumentarono ma grossi passi in avanti non vennero mai registrati, sino all'arrivo del nuovo anno, portatore grazie anche alle Olimpiadi poc'anzi citate, di un vento di cambiamento. 

Verso una possibile riunificazione?

Ed è proprio grazie allo sport, e a questi imminenti Giochi olimpici, se i governi delle rispettive fazioni sono tornati dopo anni di astio e guerra fredda a parlarsi. 
Dopo una prima apertura del leader nordcoreano Kim Jong-un, datata primo gennaio 2018, dove lo stesso ammetteva la possibile partecipazione ai Giochi, nelle scorse ore sono arrivati segnali di un disgelo a dir poco strabilianti.
Dopo un fitto dialogo riappacificatore tenutosi nel villaggio di confine Panmunjom, il Nord Corea ha deciso di inviare una delegazione di "alto livello", comprensiva di funzionari d'alto rango, atleti, artisti, ecc... ai prossimi Giochi invernali, oltre a promettere ai rappresentanti del governo di Seul di sfilare congiuntamente in occasione della cerimonia di apertura e di chiusura delle Olimpiadi. Il vertice di qualche giorno fa, ha inoltre portato alla luce la decisione dei due governi di riaprire la "linea rossa" che porterà ad un'ulteriore e più approfondita comunicazione militare.
Una vera e propria rivoluzione sembra esser ora in atto, anche considerando le parole rilasciate dal leader sudcoreano Moon Jae-in, il quale ha definito i giochi "Una chance rivoluzionaria per migliorare i rapporti Sud-Nord e fondare la pace".
Forse ci siamo davvero, forse a settant'anni di distanza è finalmente giunto il momento del ricongiungimento.
Chiamatelo ancora intrattenimento se volete.


-Scritto da A- 

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