giovedì 18 gennaio 2018

La Ferrero alla conquista dell'America


E' inutile provare a negarlo, ognuno di noi ha consumato, almeno una volta nella vita, un prodotto offerto dalla multinazionale italiana che da decenni incanta i palati di ognuno di noi.


Con oltre dieci miliardi di fatturato annuo e con più di trentamila dipendenti sparsi per il mondo, il marchio della società specializzata nella produzione dolciaria è uno dei più conosciuti ed affidabili al mondo, tanto che secondo una recente indagine, esso rappresenta un vero e proprio top di gamma universale.
Oltre a produrre dolci e creme spalmabili amate in tutto il globo, la Ferrero vanta e fonda la propria storia sul sacrificio e sull'efficacia delle idee e, proseguendo nella lettura di questo articolo, capirete bene il perché.

Storia
E' il lontano 1942 quando (mentre il nostro Bel Paese vien fatto a brandelli dal secondo conflitto mondiale, con padri, mariti e figli tristemente arruolati al fronte a combattere una guerra insulsa, alla quale l'Italia stessa non era militarmente pronta) Pietro Ferrero, dopo una sfortunata parentesi torinese nella quale è costretto a chiudere la sua pasticceria, rientra ad Alba, dove tra mille difficoltà apre un laboratorio dolciario. Il primogenito di Michele Ferrero e Clara Devalle, è ossessionato dall'idea di realizzare una serie di dolci del tutto differenti da quelli che il mercato in quei tempi proponeva. Partendo dall'idea di fondo di utilizzare le nocciole come ingrediente principale delle preparazioni (facilmente reperibili in quell'area del piemonte oltre ad essere relativamente economiche), il laboratorio riesce ben presto a conquistare i palati diffidenti degli abitanti locali e la sua crema Gianduja diviene ben presto un vero e proprio successo.
La richiesta di questa crema a base di nocciole, diviene talmente abnorme che nel 1946 il laboratorio artigianale cede il passo trasformandosi in azienda: nasce la Ferrero.
Negli anni seguenti la fabbrica, sotto la gestione di Pietro (deceduto nel 1949) e suo fratello Giovanni, accresce la propria fama aprendo nel 1956 il primo stabilimento estero a centocinquanta chilometri da Francoforte, in Germania. E' qui che verrà prodotto per la prima volta il famoso cioccolatino "Mon Cherì". La continua crescita dell'industria dolciaria porta la Ferrero a conquistare l'intera penisola nostrana e l'Europa (anche grazie alla nascita della famosissima e gustosa crema spalmabile "Nutella", una bontà ancora oggi al centro del mondo dolciario nostrano e estero) mentre, nel 1965, si registra il primo passo oltre oceano della casa nata dall'idea di Pietro Ferrero.


L'acquisizione della Nestlé
E' storia recente invece, l'acquisizione da parte della storica azienda albese della Nestlé. Sborsando quasi tre miliardi di dollari, le barrette di cioccolato della casa svizzera, capace di garantire un ricavo annuo di circa settecento milioni di euro, passeranno sotto il brand nostrano. 
Nonostante il nostro paese non stia attraversando uno dei suoi più floridi momenti economici, la Ferrero è riuscita a sbaragliare la concorrenza della Hershey, salendo così meritatamente sul podio dei maggiori produttori dolciari del paese a stelle e strisce. Una trattativa conclusa nel migliore dei modi che ha lasciato l'una e l'altra parte in gioco ampiamente soddisfatte. Giovanni Ferrero, presidente esecutivo dell'azienda italiana, ha ricordato come la Nestlé possa vantare dal canto suo un "...portafoglio eccezionale di marchi storici ricchi di storia e di grande riconoscibilità", mentre la casa svizzera tramite il suo AD, Mark Schneider, si è dimostrato sicuro riguardo la forza dell'accordo siglato con cui la sua società si lega ad "una casa eccezionale" l'ideale per sviluppare appieno "il proprio business dolciario".
Non si tratta della prima conquista marcata Ferrero negli States: lo sbarco in America era infatti iniziato nel lontano 1969, quando arrivarono sul mercato d'oltreoceano prodotti italiani come la Nutella, i Tic Tac e i Ferrero Rocher.


-Scritto da A-

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