mercoledì 10 gennaio 2018

Lo spazio dello chef: Panettone vs Pandoro - Parte II


Storia
L'Epifania come ben si sa, ogni festa si porta via ed è così che, migliaia di studenti e di lavoratori si sono dovuti riaccomodare nei loro rispettivi banchi di scuola o nelle loro postazioni lavorative.

Anche per noi di Newsollo le vacanze, con l'avvento della settimana corrente, sono terminate ma attraverso "Lo spazio dello chef" proveremo, almeno in parte, a farvi riassaporare la magia che con le feste natalizie ognuno di noi ha potuto godere. Infatti se ben ricordate, prima della pausa ci eravamo lasciati con la sfida per aggiudicare il titolo di "dolce di Natale", onorificenza contesa come ogni anno tra il panettone ed il pandoro. Dopo aver divulgato sul primo la scorsa volta, oggi tocca al secondo esser posto sotto lente di ingrandimento.

Il Pandoro è un tipico dolce dell'arte pasticcera veronese, nonostante alcuni gli attribuiscano origini viennesi, consumato come tradizione vuole nel periodo delle festività natalizie. Ottenuto grazie all'impasto di ingredienti semplici come la farina, le uova, lo zucchero, il burro, il lievito, il miele e la vaniglia, questo speciale dolce si presenta agli occhi dei consumatori con una tipica forma di stella ad otto punte, forma donatagli dal pittore impressionista Angelo Dall'Oca Bianca. Fu poi Domenico Melegatti, fondatore dell'industria dolciaria omonima, a depositare il brevetto del dolce a noi oggi così tanto familiare: era il lontano autunno del 1894.

Ciò detto, il pandoro affonda le proprie origini nell'antichità, tanto che un suo predecessore era conosciuto ed apprezzato ai tempi della dominazione romana come citato da uno scritto risalente ai tempi di Plinio il Vecchio (primo secolo d.C.). Presumibilmente però, il dolce da cui la squisitezza da noi tanto apprezzata prende i natali, è il "pane d'oro", preparazione servita nelle tavole dei nobili veneziani intorno al 1200. Una piccola minoranza, attribuisce invece al "pane di Vienna", dolce apprezzato alla corte degli Asburgo, la discendenza del pandoro. Quello su cui non si può dibattere, è il fatto che la ricetta come noi oggi la conosciamo risale all'ottocento, quando i cuochi veronesi perfezionarono il nadalin.

Curiosità
-Il pandoro rientra nell'elenco dei P.A.T, ovvero i prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
-Nonostante molti tendano a consumarlo a temperetura ambiente, il dolce veronese sarebbe più gustoso se scaldato prima della sua consumazione.
-Come per il panettone, anche la bontà da noi oggi trattata, con l'avvento della globalizzazione e dell'industrializzazione ha subito delle modifiche; ad oggi è infatti possibile trovare delle varianti del pandoro ripiene di creme varie.
-Per gustare al meglio il pandoro, è consigliato accompagnarlo con una delicata crema al mascarpone od in alternativa ad essa dello zabaione.

Gusto e realizzazione
Il pandoro si presenta come un dolce dalla consistenza soffice e corposa, con un gusto più delicato rispetto al suo rivale, questo grazie alla presenza della vaniglia e del miele. Questi ultimi ingredienti citati, conferiscono al dessert un raro profumo di vaniglia mentre le uova presenti nell'impasto sono le principali artefici del color ambrato caratteristico del dolce. Tradizionalmente poi, il pandoro non è solito esser guarnito con canditi (come invece è il panettone) o creme, queste ultime introdotte con l'industria dolciaria in una quantità minore di prodotti. 
Ora che siete tutti a conoscenza delle rispettive caratteristiche di pandoro o panettone, tocca a voi decretare il vincitore.


-Scritto da A- 

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