martedì 23 gennaio 2018

Il malessere che si cela dietro ad ogni studente univeristario


Gli anni della gioventù come ben saprete, pur accompagnati da studi liceali ed universitari più che intensi, sono gli anni migliori della nostra vita ma, a malincuore, ci duole dire che per il nostro Bel Paese tale detto non trova conferma.


Secondo una recente ricerca opportunamente portata a termine dalla Sodexo, azienda da sempre impegnata nel promuovere servizi atti a migliorare la qualità della vita, quasi il 40% degli studenti universitari italiani non è soddisfatto della propria esistenza. Un dato che, una volta ancora, certifica il malessere del mondo accademico nostrano, di lunga inferiore ai mondi che vivono quotidianamente i ragazzi del resto d'Europa. L'indagine svolta su oltre quattro mila universitari, ha riscontrato che nel nostro Bel Paese solo il 62% di chi ha intrapreso un percorso accademico è realmente soddisfatto dei propri standard di vita, a differenza di altri paesi nel mondo come l'India, dove il tasso di soddisfazione rasenta quasi la perfezione con il proprio 82%, la Gran Bretagna (75%), la Cina (76%) e la Spagna (70%).
Il dato riguardante i nostri connazionali, scende ulteriormente abbassandosi sino al 54% in base al tipo di percorso scolastico scelto. Come se tutto ciò non fosse sufficiente, nel vero senso della parola, ben il 36% degli italiani ha pensato almeno una volta all'abbandonare il percorso di studi per dedicarsi ad altro nella vita. I dati appena mostratici inducono noi tutti ad una attenta riflessione; in molti probabilmente, leggendo questo articolo, vi sarete immedesimati in quanto riportato mentre altri, avranno apertamente criticato chi, pur avendo la fortuna di proseguire con gli studi, non risulta affatto soddisfatto dei propri standard di vita. A noi non spetta il ruolo di giudici anzi, andando alla radice di questo malessere troviamo fattori come l'eccessivo carico di lavoro, la paura di non riuscire a trovare un'occupazione una volta conseguita la laurea e la mancanza di equilibrio tra lo studio e la socializzazione interpersonale.
Accademici italiani dunque, realisti o brontoloni?


-Scritto da A-

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