(Immagine presa dal Sito Ufficiale www.ilgiorno.it)
Avete letto bene. Ieri, il neo candidato di centrodestra alla presidenza della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha emesso delle dichiarazioni sconcertanti.
Interpellato sul problema dell'immigrazione da un cittadino, il politico ha espresso tutto il suo disaccordo nell'accettare tutti i migranti, siccome così facendo, si sarebbe messa a rischio la "razza bianca"; sottolineando che quanto detto non fosse razzista, bensì un semplice ragionamento razionale.
Infine (non contento) ha attaccato anche quella parte di popolazione favorevole al loro inserimento che hanno scelto la nostra autoeliminazione, come realtà etnica e sociale.
Probabilmente resosi conto delle proprie parole, si è successivamente corretto dicendo che si trattava di un lapsus, di un errore espressivo. La sua era una semplice richiesta di riorganizzazione dell'accoglienza che rispetti la storia e la società del nostro paese.
Il resto del mondo politico, giustamente, ha condannato tali affermazioni, a partire dagli altri candidati alla presidenza della regione lombardia. In primis il candidato di centrosinistra, Giorgio Gori, che lo ha definito un Salvini in giacca e cravatta, mentre il candidato Onorio Rosati (Liberi e Uguali) ha espressamente richiesto il ritiro della candidatura del collega, accusandolo di razzismo.
Noi ci uniamo all'indignazione generale per un uomo che propone una politica di esclusione e chiusura, invece di promuovere si cerca di regredire. A 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, sentiamo ancora dichiarazioni di questo tipo.
L'unica razza esistente è quella umana, indipendentemente da colore di pelle, credo religioso, orientamento sessuale o altro. Suggeriamo al politico Attilio Fontana di aprire un libro di storia e di darci una lettura più approfondita e di valutare meglio le sue parole, in un mondo dove la viralità ormai equivale alla quotidianità.
Scritto da L.
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