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venerdì 12 gennaio 2018

Golden Globe 2018: la serata ed i vincitori


Mentre le ore della notte, tra domenica e lunedì scorso, trascorrevano blandamente, dall'altra parte dell'emisfero la sfarzosa Beverly Hills accoglieva, all'interno del Beverly Hilton Hotel, la cerimonia di premiazione dei settantacinquesimi Golden Globe.

(Immagine di ComingSoon)

In una edizione, la quale siamo certi sia destinata ad entrare negli annali della prestigiosa onorificenza, sono state assegnate come di consueto, dall'Associazione della stampa estera, i riconoscimenti per il cinema e la televisione americana. Presentati dal comico statunitense Seth Meyers, essi hanno dato inizio alla lunga coda di premi e statuette che da gennaio in poi si assegneranno. Come sempre, i risultati ottenuti dai Golden Globe rispecchieranno in larga scala quelli dei più ambiti Oscar, ed è per questo che vi consigliamo caldamente di porre attenzione a ciò che, durante la serata californiana, è accaduto.

Era dal lontano 1944, anno d'istituzione dei Golden Globe, che non si assisteva ad una kermesse così stupefacente sotto ogni aspetto. La serata di gala infatti, non ha potuto non scontrarsi con il clima reso teso ad Hollywood dai recenti scandali che hanno coinvolto le figure di Harvey Weinstein prima e Kevin Spacey dopo. L'evento è stato così caratterizzato dal movimento di Time's Up, l'organizzazione formata da donne dell'industria cinematografica a stelle e strisce, scese in campo per combattere le molestie sessuali e i soprusi troppo spesso impunemente non sanzionati. In gran parte, la premiazione ha visto il sesso debole trionfare sui "maschietti", solo comparse rispetto alle colleghe, vere star della nottata. Una delle novità prodotte dall'edizione odierna, è stato rappresentata dalla totale scomparsa di colore ed esagerazioni stilistiche, sostituite da eleganti abiti neri e smoking dello stesso colore. Un colore scelto non a caso ma, portato con grazia in segno di sfida e protesta contro i soprusi denunciati, negli scorsi mesi, da un numero sempre maggiore di donne dello spettacolo e non solo. Gli uomini, guidati in primis da personalità d'eccezione come Ewan McGregor e Dwayne Johnson, hanno supportato il movimento di Time's Up, denunciando a loro volta lo sprezzo verso personalità ora non più presenti dietro le quinte della città hollywoodiana.


(Immagine di ComingSoon)
Tornando ai veri e propri protagonisti della serata, ovvero cinema e televisione, vi è ancora una volta da segnalare come sia stata una donna, e che gran donna, la star indiscussa della kermesse. Stiamo parlando di Oprah Winfrey, la star indiscussa del piccolo schermo statunitense, premiata con il Golden Globe alla carriera. La regina dei media, prima afroamericana donna a tagliare questo traguardo, ha poi incollato ognuno alle proprie comodissime poltrone con un discorso strappa applausi che ha, forse più di ogni altra cosa, estasiato il pubblico. Tra i film in concorso invece, a trionfare è stato "Tre manifesti a Ebbing, Missouri", capace di annichilire il più quotato "The shape of water". Nessuna gloria invece per "Chiamami col tuo nome", unico film nostrano in gara. 
Per quanto riguarda il piccolo schermo, fa incetta di premi "Big little lies",  miniserie TV nata dalla collaborazione fra Reese Witherspoon e la premiatissima Nicole Kidman.

I premi uno per uno: Cinema

  • Miglior film drammatico a "Tre manifesti a Ebbing, Missouri" di Martin McDonagh;
  • Miglior film commedia/musicale a "Lady Bird" di Greta Gerwig;
  • Miglior film d'animazione a "Coco" di Lee Unkrich e Adrian Molina;
  • Miglior film straniero a "Oltre la notte" di Fatih Akin (GER);
  • Miglior regista a Guillermo del Toro per "The shape of water";
  • Miglior sceneggiatura a Martin McDonagh per "Tre manifesti a Ebbing, Missouri";
  • Miglior colonna sonora a Alexandre Desplat in "The shape of water";
  • Miglior attrice in un film drammatico a Frances McDormand per "Tre manifesti a Ebbing, Missouri";
  • Miglior attore in un film protagonista a Gary Oldman in "L'ora più buia";
  • Miglior attrice in un film commedia/musicale a Saoirse Ronan in "Lady Bird";
  • Miglior attore in un film commedia/musicale a James Franco in "The disaster artist";
  • Miglior attrice non protagonista a Allison Janney in "I, Tonya";
  • Miglior attore non protagonista a Sam Rockwell in "Tre manifesti a Ebbing, Missouri";
I premi uno per uno: Televisione
  • Miglior serie TV drammatica a "The Handmaid's Tale";
  • Miglior serie TV commedia/musicale a "The marvelous Mrs. Maisel";
  • Miglior miniserie o film TV a "Big little lies";
  • Miglior attrice in una serie TV drammatica a Elisabeth Moss in "The Handmaind's Tale";
  • Miglior attore in una serie TV drammatica a Sterling K.Brown in "This is us";
  • Miglior attrice in una serie TV commedia/musicale a Rachel Brosnahm in "The marvelous Mrs. Maisel";
  • Miglior attore in una serie TV commedia/musicale a Aziz Ansari in "Master of None";
  • Miglior attrice in una miniserie o film TV a Nicole Kidman in "Big little lies";
  • Miglior attore in una miniserie o film TV a Ewan McGregor in "Fargo";
  • Miglior attrice non protagonista a Laura Dern in "Big little lies";
  • Miglior attore non protagonista a Alexander Skarsgard in "Big little Lies";
-Scritto da A- 

mercoledì 21 giugno 2017

Chuck Lorre







(Immagine presa dal sito ufficiale Comingsoon.it)



Questa settimana parliamo di una figura che tutti conoscono di nome ma nessuno di fatto sa molto su di lui. Notiamo solo che alla fine di alcune delle serie tv e sit com più amate compare il suo nome.
Allora chi è Chuck Lorre?
Il suo vero nome è Charles Michael Levine e nacque nel 1952 da una famiglia ebrea. Frequentò la State University of New York at Potsdam, ma non conseguì mai la laurea, decidendo di abbandonare gli studi dopo appena due anni, per intraprendere la carriera di autore di canzoni.

L'anno seguente gira l'America in tour come chitarrista e cantautore, scrive anche per cantanti già affermati e in più scrive la colonna sonora di una serie Tv Tartarughe Ninja alla riscossa nel 1987.

Si avvicina al mondo della televisione, inizialmente, divenendo uno degli autori di Pappa e Ciccia, sit com che verrà prodotta per 9 stagioni sulla ABC. Il primo programma dove figura come ideatore però fù Grace Under Fire che andò in onda dal 1993 sempre sulla stessa emittente di Pappa e Ciccia.
Nel 1995 realizzò Cybill che per 4 anni fù trasmessa sulla CBS, conquistando anche un Emmy e 2 Golden Globe.

Ormai già noto per i suoi successi crea una serie che farà la storia, Dharma e Greg e raggiungerà la fama internazionale con il suo capolavoro Due Uomini e Mezzo, ideato nel 2003.
La storia dei due fratelli Charlie (Charlie Sheen), ricco donnaiolo residente a Malibù grazie al suo lavoro di produttore televisivo ad Hollywood, e Alan (Jon Cryer), fratello appena divorziato in cerca di una casa, con un figlio a carico, Jake (Angus T. Jones) che raggiunge lo zio e il papà nei weekend.
Dopo otto serie un enorme litigio tra Lorre e Sheen, dovuto a dichiarazioni pubbliche dell'ultimo sotto effetti di droghe, portò al licenziamento dell'attore e alla sua sostituzione nella serie col personaggio Walden Schmidt (Ashton Kutcher).
Sheen proseguì poi per vie legali. facendo causa a Lorre e alla Warner Bros. Television per oltre 100 milioni di dollari.
Nonostante le problematiche Due Uomini e Mezzo vinse per 4 volte un BMI (Broadcast Music Incorporated).

Nel 2007 Chuck ideò il suo secondo capolavoro meglio riuscito della sua carriera, ovvero The Big Bang Theory, non c'è bisogno che aggiunga che le avventure di Sheldon, Leonard e Penny attualmente siano la sit com più seguita e famosa di tutto il mondo. Da poco si è conclusa la decima stagione e per la felicità di tutti, sono previste almeno altre due stagioni.

Nel 2009 venne insignito di una stella sulla Hollywood Walk of Fame per i suoi meriti di produttore, sceneggiatore e regista televisivo. 
Infine negli ultimi anni ha prodotto per la CBS le serie attualmente in onda di Mike e Molly e Mom.


Chuck Lorre è un maestro della commedia televisiva ed è il punto d'inizio di uno dei generi più amati del mondo moderno, perchè è vero che serie mentalmente impegnate sono molto gettonate fra il pubblico, ma far ridere non è cosa per tutti, ne tanto meno semplice.

Un tratto distintivo di Lorre sono le sue Vanity Cards della Chuck Lorre Productions. Infatti il noto autore, alla fine di ogni episodio, lascia per pochi secondi una schermata con dei messaggi da lui scritti, come dei veri e propri mini editoriali, riguardo le tematiche più svariate.
Attraverso queste Cards attacca persone o istituzioni e per questo motivo spesso e volentieri viene censurato, ma lui le ripubblica tutte sul suo sito internet, quà vi riporto il link dove potrete trovarle tutte:

http://www.chucklorre.com/index.php



Chuck rimane un guru nel suo genere di arte e noi ci auguriamo che continui a farci ridere per molti anni ancora con le sue creazioni.

Scritto da L.