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venerdì 22 dicembre 2017

Assassinio sull'Orient Express


Trama
Hercule Poirot è il più celebre detective degli anni trenta in giro per l'europa e, come tale, sono diversi i paesi che intendono accaparrarsi le sue prestazioni.
(Immagine di ComingSoon)

Così, dopo aver risolto un temibile furto subito dalla chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l'ex poliziotto belga è costretto da alcuni emissari britannici a salire sullo sfarzoso e rinomato Orient Express per raggiungere nel minor tempo possibile Londra, dove lo attenderà un nuovo caso. 
Il treno, l'unico in grado di attraversare l'europa centrale in tre giorni, è gestito dall'amico Bouc, figlio del capo della compagnia nonchè uomo dai facili costumi. Immersi nel lusso e negli agi, i passeggeri dell'Orient si godono un viaggio all'insegna dello svago e del riposo, fin quando una tormenta di neve, capace di bloccare la corsa del treno stesso nonché l'omicidio di un facoltoso uomo d'affari americano, tale Mr. Edward Ratchett, non getteranno gli stessi nel panico.
Toccherà al famoso investigatore condurre gli interrogatori fra i diversi passeggeri e scoprire al più presto la verità.

Regia: Kenneth Branagh;


Data di uscita: 30 novembre 2017;

Interpreti: Kenneth Branagh, Johnny Depp, Penélope Cruz, Daisy Ridley, Michelle Pfeiffer, Josh Gad, Leslie Odom Jr, Judi Dench;

Genere: Thriller, Drammatico, Giallo;

Commento
Il film, diretto ed interpretato dal britannico Kenneth Branagh, è il remake dell'altrettanto famoso film del del 1974, basato sul romanzo di Agatha Christie. La grande scrittrice di gialli, lo concepì e lo realizzo nel 1934 durante un suo famoso viaggio ad Istanbul, precisamente nella stanza numero 441 del Pera Palace Hotel.

(Immagine di ComingSoon)

Scritto da Michael Green e prodotto da Ridley Scott, il film seppur incalzante ed accattivante non è riuscito nel proprio intento di emulare la grandezza del suo predecessore, perdendosi dietro ad una serie di oscuri e poco capibili flashback e reso monotono dall'impostazione teatrale impostagli dalla regia. Meno opprimente e claustrofobico di come la Christie aveva reso il suo romanzo, le varie star impiegate nelle riprese non hanno saputo conferire al film quello spessore che Albert Finney, Ingrid Bergman, Sean Connery e Lauren Bacall, solo per citarne alcuni, avevano conferito al predecessore degli anni settanta. Il regista e sceneggiatore inglese Branagh, ha vissuto in questo film vere e proprie manie di protagonismo, lavorando così sia dietro la macchina da presa sia come interprete della storia stessa, divenendo il celebre detective belga. E' uscito così un film dove l'ego del regista/attore ha portato la pellicola a concentrarsi quasi ed esclusivamente sul personaggio di Hercule Poirot, negli altri film e nel libro abile invece a mimetizzarsi all'interno della storia. Poco più che un cameo, anche se fondamentale, quello di Johnny Depp nei panni del misterioso uomo d'affari ucciso mentre, disastrosa è apparsa Penélope Cruz, lontana nella sua interpretazione dalla parte.
Un film che sicuramente avrà lasciato affascinati chi, per la prima volta, si affacciasse sulla sfarzoso mondo dell'Orient Express mentre, per tutti gli altri, meglio non infierire.


-Scritto da A- 

martedì 19 dicembre 2017

La triste fine di Rebecca Dykes


Cercando si superare lo sgomento al quale tutti noi siamo sottoposti dopo notizie del genere, proveremo nel meno cruento modo possibile a raccontarvi la storia di Rebecca Dykes, rendendole in parte omaggio e sperando di non ferire ulteriormente amici, parenti e conoscenti della stessa.


Rebecca Dykes era una giovane donna di appena trent'anni e, come forse avrete intuito dal verbo impiegato al passato, ella non è più con noi. Dopo essersi laureata presso l'università di Manchester ed aver conseguito la specializzazione in sicurezza internazionale e governance globale nella capitale inglese, alla Birkbeck University,  la ragazza aveva cominciato a servire il proprio governo. Dopo una prima esperienza come analista in Iraq, Rebecca era subentrata in diversi team governativi, tra i quali quello che si occupava della Libia. 
Dalla scorso gennaio la giovane si era trasferita a Beirut, dove aveva iniziato a lavorare presso l'ambasciata locale del Regno di Sua Maestà; ed è qui, nella capitale del Libano, che il corpo esanime della donna è stato ritrovato sul ciglio di un'autostrada.
Come riportato dalla polizia libanese, il cadavere ritrovato nella zona di Metn denotava evidenti segni di strangolamento, probabilmente causati da una corda, mentre una seconda autopsia stabilirà se prima della morte la ragazza abbia subito un qualche tipo di violenza sessuale. L'ambasciata britannica, per mano del suo ambasciatore Hugo Shorter, si è detta profondamente addolorata dalla perdita e pronta a collaborare con le forze locali per stabilire l'esatta dinamica degli eventi ed incarcerare quanto prima il o i colpevoli dell'efferato omicidio.

Secondo la ricostruzione dei fatti, la giovane sarebbe morta nella notte tra venerdì e sabato; dopo aver festeggiato con amici e colleghi in un locale del centro l'addio di un'amica al Libano, la giovane era stata vista allontanarsi intorno alle due del mattino. All'indomani, la stessa avrebbe dovuto imbarcarsi su un volo che l'avrebbe riportata in Inghilterra, dove avrebbe trascorso le vacanze di Natale insieme alla famiglia.  
Con ogni probabilità, dopo aver lasciato gli amici, avrà incontrato la persona che dopo averla portata a diversi chilometri di distanza del centro l'ha poi uccisa.

Nella notte tra domenica e lunedì le forze dell'ordine di Beirut hanno proceduto al primo arresto di un sospettato, considerato il responsabile della morte della giovane. Costui, un tassista libanese, sarebbe tuttora sotto interrogatorio mentre gli investigatori hanno escluso che il caso abbia una matrice politica.


-Scritto da A- 

mercoledì 16 agosto 2017

Accade a Barcellona, questa volta...



Non deve esser stato per nulla un ferragosto da ricordare per gli abitanti di Scandicci, in provincia di Firenze, ed in particolar modo per i genitori di Niccolò Ciatti, ventiduenne morto lo scorso weekend in Spagna dopo esser stato aggredito in una discoteca.

Il giovane, che stava trascorrendo allegramente le proprie vacanze sulla costa Brava, si è recato nella notte tra sabato e domenica con amici in una discoteca della località turistica di Lloret de Mar.
Qui, secondo quanto si può apprendere dalle immagini registrate dalle telecamere del locale, l'italiano avrebbe risposto con uno spintone alle provocazioni di tre ragazzi ceceni, rispettivamente di venti, ventiquattro e ventisei anni. Da questo fatto ha preso inizio l'aggressione nei confronti del nostro concittadino, pestato a sangue sino all'intervento delle forze dell'ordine, avvertite della rissa verso le tre della mattinata.
Una volta giunti sul luogo, gli agenti della polizia hanno trovato Niccolò in gravissime condizioni e nemmeno il trasporto d'urgenza in ospedale è riuscito a salvargli la vita.  Il ragazzo è difatti deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale.
La Farnesina, che ha confermato nella mattinata di domenica la scomparsa del giovane, ha seguito e ancora oggi segue con molta attenzione l'evoluzione del caso. Arrestati dalle autorità locali e posti sotto accusa i tre autori del pestaggio, di origine cecena ma risiedenti in Francia dove avevano richiesto l'asilo politico. La cittadina catalana, che si costituirà parte civile nel processo, ha nel frattempo chiuso la discoteca dove tutto è avvenuto.

Le ultime novità sul caso
Nella giornata di ieri, è stato confermato il carcere al ragazzo ceceno reo di aver inflitto a Niccolò il calcio al volto responsabile della sua morte.
I suoi due compagni, pur avendo preso parte al folle pestaggio, sono invece stati rilasciati dalla polizia spagnola, che ha dato loro il consenso di far ritorno in Francia, stato dove i tre aggressori risiedono.
Ventiquattrenne, ceceno ed atleta professionista di lotta libera; questo è l'identikit di Rassoul Bissoultanov, l'omicida di Niccolò Ciatti.
Le forze dell'ordine continuano ad indagare anche sulla discoteca dove l'aggressione è avvenuta nella più totale indifferenza. Secondo le prime indiscrezioni, nella notte incriminata, il locale disponeva di soli nove uomini della sicurezza, decisamente pochi considerando la moltitudine di ragazzi presenti.

Raggelanti le dichiarazioni rilasciate dal padre della vittima, che senza mezzi termini ha condannato la gravità del gesto e l'immobilismo dei presenti, non intervenuti in difesa del giovane mentre le tre belve compivano il pestaggio.
"Non sono esseri umani ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate". 
E mentre un'intera popolazione, a partire dal suo primo cittadino, si stringe nel cordoglio e nel ricordo di questa giovane vita spezzata dall'assurdità della violenza altrui, a noi non rimane altro che osservare, una volta ancora, quanto al giorno d'oggi quanto il valore della vita umana sia pressoché nullo.

                                                           -Scritto da A-

mercoledì 19 aprile 2017

Omicidio via Facebook





Clevelan, Ohio.

E' qui che un afroamericano, tale Steve Stephens sarebbe sospettato dell'omicidio di un anziano di settantaquattro anni.
Il delitto avvenuto per strada, sarebbe stato immortalato tramite il live video di Facebook dal trentasettenne omicida. 

Lo stesso avrebbe poi postato una seconda registrazione sul famoso social network, in cui confessava l'uccisione di ulteriori  tredici persone.
Il movente che spingerebbe il giovane a tutta questa follia, risiederebbe nella rottura del suo fidanzamento, avvenuto pochi giorni prima rispetto ai fatti.
L'uomo considerato instabile e pericoloso (questa la ragione che avrebbe fatto scattare una caccia all'uomo in tutti gli Stati Uniti, con una ricompensa di cinquantamila dollari a chiunque fornisca utili informazioni per la ricerca e la cattura del fuggitivo), è stato ritrovato morto probabilmente suicida, ad Erie in Pennsylvania.
Il tutto mentre impazza la polemica contro Facebook, reo di aver impiegato più di due ore per rimuovere il contenuto del filmato.

                                                     -Scritto da A-

Così non si può morire!





Non ce l'ha fatta Emanuele Balbo, il tifoso ventiduenne lanciato nel vuoto dagli spalti durante il derby di Cordoba tra Belgrano e Talleres.
Ricoverato d'urgenza in ospedale a seguito della caduta (da un altezza di circa cinque metri), vi è arrivato in stato di morte cerebrale e a nulla sono valsi gli sforzi dei medici nel disperato tentativo di salvargli la vita.
Sconcertante e tremenda la dinamica degli avvenimenti; secondo quanto riportato agli inquirenti dal padre della vittima, Emanuele avrebbe riconosciuto fra i vari ultrà l'omicida del fratello minore (investito nel 2012).


Costui per difesa, avrebbe urlato che Balbo fosse un supporter del Talleres, scatenando così la furia e la follia degli ultras che dopo averlo malmenato brutalmente lo avrebbero poi gettato nel nulla.
Costituitosi nella giornata di ieri il responsabile dell'omicidio Oscar "Sapito" Gomez, il quale ora rischia fino a trentacinque anni di carcere per omicidio aggravato.
                                                         -Scritto da A-