mercoledì 16 agosto 2017

Accade a Barcellona, questa volta...



Non deve esser stato per nulla un ferragosto da ricordare per gli abitanti di Scandicci, in provincia di Firenze, ed in particolar modo per i genitori di Niccolò Ciatti, ventiduenne morto lo scorso weekend in Spagna dopo esser stato aggredito in una discoteca.

Il giovane, che stava trascorrendo allegramente le proprie vacanze sulla costa Brava, si è recato nella notte tra sabato e domenica con amici in una discoteca della località turistica di Lloret de Mar.
Qui, secondo quanto si può apprendere dalle immagini registrate dalle telecamere del locale, l'italiano avrebbe risposto con uno spintone alle provocazioni di tre ragazzi ceceni, rispettivamente di venti, ventiquattro e ventisei anni. Da questo fatto ha preso inizio l'aggressione nei confronti del nostro concittadino, pestato a sangue sino all'intervento delle forze dell'ordine, avvertite della rissa verso le tre della mattinata.
Una volta giunti sul luogo, gli agenti della polizia hanno trovato Niccolò in gravissime condizioni e nemmeno il trasporto d'urgenza in ospedale è riuscito a salvargli la vita.  Il ragazzo è difatti deceduto poco dopo il suo arrivo in ospedale.
La Farnesina, che ha confermato nella mattinata di domenica la scomparsa del giovane, ha seguito e ancora oggi segue con molta attenzione l'evoluzione del caso. Arrestati dalle autorità locali e posti sotto accusa i tre autori del pestaggio, di origine cecena ma risiedenti in Francia dove avevano richiesto l'asilo politico. La cittadina catalana, che si costituirà parte civile nel processo, ha nel frattempo chiuso la discoteca dove tutto è avvenuto.

Le ultime novità sul caso
Nella giornata di ieri, è stato confermato il carcere al ragazzo ceceno reo di aver inflitto a Niccolò il calcio al volto responsabile della sua morte.
I suoi due compagni, pur avendo preso parte al folle pestaggio, sono invece stati rilasciati dalla polizia spagnola, che ha dato loro il consenso di far ritorno in Francia, stato dove i tre aggressori risiedono.
Ventiquattrenne, ceceno ed atleta professionista di lotta libera; questo è l'identikit di Rassoul Bissoultanov, l'omicida di Niccolò Ciatti.
Le forze dell'ordine continuano ad indagare anche sulla discoteca dove l'aggressione è avvenuta nella più totale indifferenza. Secondo le prime indiscrezioni, nella notte incriminata, il locale disponeva di soli nove uomini della sicurezza, decisamente pochi considerando la moltitudine di ragazzi presenti.

Raggelanti le dichiarazioni rilasciate dal padre della vittima, che senza mezzi termini ha condannato la gravità del gesto e l'immobilismo dei presenti, non intervenuti in difesa del giovane mentre le tre belve compivano il pestaggio.
"Non sono esseri umani ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate". 
E mentre un'intera popolazione, a partire dal suo primo cittadino, si stringe nel cordoglio e nel ricordo di questa giovane vita spezzata dall'assurdità della violenza altrui, a noi non rimane altro che osservare, una volta ancora, quanto al giorno d'oggi quanto il valore della vita umana sia pressoché nullo.

                                                           -Scritto da A-

Nessun commento:

Posta un commento