mercoledì 23 agosto 2017

Gaudì: l'Architetto di Dio


Oggi torna la rubrica dedicata all'arte e rimaniamo fedeli ad un filone che ha avuto un discreto successo, ovvero l'architettura. Dopo il nostro Renzo Piano, andremo a vedere più da vicino il genio catalano di Antoni Gaudì.


La Sagrada Familia

Antoni nasce nel lontano 1852 vicino a Terragona, ultimo di cinque figli, e le influenze della famiglia lo toccheranno per il resto della vita; infatti, entrambi i genitori erano artigiani calderai.
Una passione, quella per l'artigianato, che lo renderà un cultore del genere e lo contraddistinguerà in tutte le sue opere, in perenne ricerca di qualcosa di nuovo ed esclusivo.

Decide di studiare a Barcellona e si diploma in architettura nel 1878, in quel periodo avviene l'incontro che gli cambierà la vita. Durante l'Esposizione Universale di quell'anno a Parigi incontra, quello che diverrà il suo principale mecenate per il resto della vita, Eusebi Guell.


La famosa Salamandra di Park Guell

A soli 31 anni diviene architetto capo per il progetto che lo occuperà tutta la vita, la Sagrada Familia, iniziando dalla cripta per poi proseguire con l'abside. Dopo aver dato vita ad edifici magnifici come Casa Vicens, Palazzo Guell e Casa Calvet, che vincerà il premio come miglior edificio dell'intera città.

Col nuovo secolo arrivano i suoi capolavori più famosi nel centro della capitale della Catalogna a partire dal spettacolare Park Guell, dove natura e architettura danno vita ad un'amalgama perfetta, giochi di luce, i mosaici a lui tanto cari e le cento colonne subito sopra alla salamandra che oggi viene utilizzata come simbolo dell'intero parco.


Casa Batllò

Nel centro della città si ergono le indimenticabili Casa Batllò che con i suoi colori, i suoi balconi simili ad ossa e un tetto che pare sia fatto di squame di drago la rendono unica sotto ogni punto di vista. Poi poco dopo sulla stessa via diede vita a Casa Milà, meglio conosciuta come la Pedrera; il suo terrazzo sul centro della città e un estasi per gli occhi e la facciata ondulata il suo tratto distintivo.

Gli ultimi anni li passa impegnandosi sul suo capolavoro la Sagrada, che purtroppo per tutti noi non riuscirà mai a finire per via della sua morte improvvisa contro un tram, nei pressi del cantiere della chiesa. Inizialmente non venne riconosciuto, solo dopo si capì che era lui e ai funerali partecipò tutta la città, per rendere omaggio all'uomo che aveva donato tutto il suo genio alla Catalogna e Barcellona, rinominandolo l'Architetto di Dio, per via della sua enorme spiritualità.

La varietà dei materiali che utilizzava e le forme che proponeva, assolutamente imprevedibili e inconcepibili, furono i mezzi attraverso i quali cercò di dare vita ai suoi organismi che dovevano cercare di capire la natura nel suo processo e non copiarla.
Diede un'identità alla città e sposò il progetto del modernismo catalano, cercando di far risorgere dalle ceneri la tradizione e la cultura di un paese che tutt'oggi rivendica indipendenza.


Casa Milà, meglio conosciuta come la Pedrera

Scritto da L.


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