mercoledì 16 agosto 2017
Sierra Leone e Nepal: agli opposti del mondo con gli stessi problemi
E' devastante il risultato delle forti piogge che nei giorni scorsi si sono abbattute con violenza in Sierra Leone.
Le prime ottimistiche stime calcolano che almeno trecentododici persone, di cui almeno sessanta bambini, residenti nella capitale Freetown, avrebbero perso la vita a seguito delle alluvioni e delle frane che hanno colpito il paese.
La Croce Rossa e le autorità locali hanno poi reso noto come il bilancio sia ancora provvisorio. Le piogge torrenziali che negli scorsi giorni hanno causato smottamenti e inondazioni, avrebbero lasciato strascichi importanti nella capitale, dove oltre duemila persone sono ora senza un tetto sopra la testa.
Nella città infatti, numerose abitazioni sono state devastate da autentiche colate di fango, mentre le strade si sono trasformate in fiumi d'acqua e detriti.
Sempre secondo le testimonianze locali, sarebbe stata una parete collinare del quartiere di Regent Hill a franare a causa della deforestazione selvaggia che imperversa nel paese.
La capitale dello stato africano, non è certamente nuova a questo tipo di calamità. Già nel 2015 una seria inondazione causo la tragica dipartita di una decina di persone, costringendo altre migliaia ad abbandonare le proprie abitazioni.
Pur essendo il periodo delle piogge, la sovrappopolazione della città e la violenza degli acquazzoni, ha colto completamente impreparati gli abitanti, ora senza una dimora e con il terrore che tutto ciò possa ricapitare.
Non va meglio in Nepal
La situazione non è delle migliori neppure in Nepal, dove le piogge monsoniche forti ed ininterrotte, hanno causato inondazioni responsabili di gravi danni in diverse località del paese.
Il ministro dell'interno, visto la larga entità del cataclisma, ha diramato lo stato di emergenza; fiumi straripati, frane e smottamenti sono stati segnalati in diverse aree: dal Sunsari al Morang, dal Rautahat al Sauraha.
Secondo i primi provvisori bilanci delle autorità nepalesi, sarebbero almeno quarantasette i morti, diciassette i feriti e trentasei i dispersi. Una catastrofe che si ripercuote sullo stato asiatico ancora scosso dal terribile terremoto che nell'aprile di due anni fa costò la vita a ottomila persone.
Le zone più colpite dall'alluvione sono spesso frequentate da turisti stranieri, i quali sono stati messi in salvo dalle forze dell'ordine che per l'occasione, vista l'impossibilità di far atterrare gli elicotteri e la scarsità di mezzi fluviali, hanno impiegato un atipico mezzo di soccorso: un gruppo di elefanti.
-Scritto da A-
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento