Nessuno vorrebbe essere un'orso, con problemi di ricerca di cibo, il letargo, i cuccioli e sopratutto la condanna a morte se bisognerebbe difendersi dall'attacco di un'uomo. Nessuno vorrebbe essere nemmeno il presidente del PAT (Provincia Autonoma Trentina) preso in mezzo da cacciatori ed esponenti politici da una parte, che fomentano l'intolleranza verso i grandi carnivori, e gli animalisti estremi, che farebbero sbranare i trentini per nutrire gli orsi. Inoltre, ci sono anche i quotidiani locali, che fomentano il terrore verso i cittadini. Dietro tutto ci sono i cittadini trentini, spaventati dalle notizie e indignati dal non poter più considerare i boschi come il loro giardinetto. Oltre tutto ciò ci sono pressioni da parte del progetto orso da portare avanti.
Sotto tutte queste pressioni, il presidente Rossi ha optato per la decisione più semplice, anche se è la meno giusta. L'orsa KJ2, su cui si aveva un'ordinanza di cattura e rimozione per il ferimento del podista Walter Molinari due anni fa, è stata uccisa la sera del 12 agosto in quanto ritenuta pericolosa per i civili. L'orsa infatti il 21 luglio ha ferito un'anziano che camminava nel bosco, ricevendo una seconda ordinanza per garantire l'incolumità e la sicurezza pubblica. Il Piano di Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali (PACOBACE), dispone di due modalità d'intervento: cattura per captivazione permanente (J) e l'abbattimento (K).
Resta da capire se l'orsa è problematica e se la decisione di abbatterla fosse la più corretta. Secondo le indiscrezioni ad attaccare per primo sarebbe stato l'uomo, tramite una bastonata in testa, reagendo all'atteggiamento minaccioso dell'orsa. L'orso aveva dei cuccioli in entrambe le occasioni di scontro, reagendo con scopo difensivo e non di nutrimento.
- Scritto da M -
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