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martedì 18 luglio 2017

Incontro Netanyahu - Macron


Ieri a Parigi si sono incontrati Macron e il premier israeliano Netanyahu per onorare il ricordo della deportazione degli ebrei francesi nei campi della morte durante la seconda guerra mondiale.


(Immagine presa dal Profilo della Pagina Ufficiale Twitter Benjamin Netanyahu @netanyahu)


Dopo l'evento i due si sono incontrati per un consueto scambio di vedute politiche, il primo cittadino israeliano ha ammesso di non aderire alla linea politica promossa dagli Stati Uniti e dalla Russia per quanto concerne il cessate il fuoco nel sud della Siria.

A dire di Netanyahu, questa decisione aiuta il rafforzamento dell'Iran che oltre a mobilitare in territorio siriano consiglieri militari, starebbe spostando anche truppe e sarebbe intenzionata a costruire basi aeree e navali. La paura principale è quella di una possibile collaborazione con Hezbollah nel sud del Libano.

Per questo motivo Israele ha presentato e preteso che le sue richieste venissero ascoltate, con l'allontanamento da parte delle milizie iraniane, di Hezbollah e quelle sciite dalle safe-zone tra Israele e Giordania.

Tuttavia non è stata accettata la controfferta russa di mobilitare la polizia militare del Cremlino, in modo da garantire sicurezza alle zone in questione.


La Francia in tutto questo si allinea ai dettami di Usa e Russia, nonostante abbia dichiarato di non poter sorvolare sull'eventuale utilizzo di armi chimiche, viste come arma vile e contro natura.
Il primo ministro francese non chiude le porte ad un possibile confronto col governo siriano, in modo da poter intavolare un'accordo generale che accontenti tutte le parti in gioco.

Scritto da L.

martedì 30 maggio 2017

Macron vs Putin: un dibattito acceso

Il neopresidente francese entra in gamba tesa nell'incontro faccia a faccia col premier russo, Vladimir Putin.
Dopo aver elogiato il motivo dell'incontro, ovvero i tre secoli di rapporti pacifici tra le due nazioni, si è aperta una piccola breccia su delle cicatrici che Emmanuel Macron vede ancora come aperte.

L'aria si fa tesa quando si toccano argomenti come la Cecenia, la Siria e le elezioni.
Macron non tollererà eventuali attacchi chimici in Siria e sottolinea che quella sarà una linea rossa della sua politica estera che non dovrà essere oltrepassata. La Francia come tutta l'Europa non starà a guardare senza intervenire.
Altro punto caldo è la Cecenia, dove pare ci siano stati attacchi e repressioni contro gli omosessuali , cosa che, a dire del presidente, va ad intaccare i diritti umani universali.
Infine il discorso sulle elezioni francesi che non è ancora andato giù a Macron che reputò i giornalisti di Russia Today e Sputnik, visti come strumenti di interferenza e organi di propaganda, incapaci di fornire una visione neutrale ma anzi accusandoli di buttare fango sulla persona dell'attuale presidente.
La cerimonia dell'amicizia pluricentenaria tra i due stati non si discute ma ha mostrato delle crepe.



Scritto da L.

martedì 16 maggio 2017

Usa accusano Assad

Secondo una pesante accusa mossa dagli Usa, Assad impicca cinquanta persone ogni giorno utilizzando i forni crematori per liberarsi dei corpi degli oppositori che vengono uccisi. Il responsabile del dipartimento di stato per il Medio Oriente Stuart Jones ha dichiarato durante una conferenza stampa di avere le prove di una fornace posta nelle vicinanze del carcere di Sednaya, i cui orrori sono già stati denunciati a febbraio da Amnesty Intenational. Secondo il dipartimento di stato il forno crematore viene utilizzato per sbarazzarsi dei corpi dei prigionieri morti. Gli Usa possiedono delle immagini satellitari dalle quali si deduce la presenza di una struttura convertita a forno crematorio. Il carcere Sednaya è stato denunciato più volte per gli orrori commessi negli ultimi decenni come possibile mezzo per la sparizione dei dissidenti. Secondo quanto si legge dal rapporto della Amnesty le esecuzioni avvengono ogni lunedì o martedì di notte, pratica tenuta tra settembre 2011 e dicembre 2015, tuttavia non si è certi che è ancora in uso. All'interno della prigione ci sono alcune regole che se non rispettate portano alla pena di morte, come il guardare i secondini in faccia o rompere il silenzio. La rivelazione è arrivata alla vigilia di nuovo colloqui previsti per oggi martedì 16 maggio a Ginevra, che procedono lentamente con i negoziati di Astana.

- Articolo scritto da M -

mercoledì 19 aprile 2017

Aleppo: la mattanza continua




Centoventisei vittime totali tra cui almeno sessantotto bambini e tredici donne. 
Questo è il computo totale delle vittime a seguito dell'attacco kamikaze di domenica 16 aprile in Siria.
L'attentato aveva come bersaglio un convoglio di pullman occupati nell'evacuazione dei profughi dalla città di Aleppo.
Secondo quanto riportano le testimonianze, l'esplosione sarebbe stata causata da un pick-up bomba, scagliatosi contro l'assembramento di pullman trasportanti civili da un attentatore suicida. 


Mentre i ribelli negano ogni tipo di coinvolgimento, l'Esercito Siriano Libero (che quotidianamente fronteggia il governo Assad) condanna il folle atto, attribuendone la paternità al regime.
L'attacco non ancora rivendicato, ha profondamente scosso l'opinione pubblica internazionale, lasciando interdetto anche il pontefice, il quale senza troppi giri di parola lo ha etichettato come "gesto Ignobile".

                                                         -Scritto da A-

giovedì 13 aprile 2017

Violenza in Siria: a sei anni dall'inizio della guerra cos'è cambiato?




I recenti avvenimenti (tra cui possiamo ricordare il bombardamento di martedì scorso sulla cittadina di Khad Shaykhun), hanno portato anche i più distanti dalla politica internazionale, ad argomentarsi sulla questione siriana. Infatti, mai come oggi, essa è diventata una tematica d'estrema attualità.
Ma  pensandoci bene, quanto sappiamo riguardo la guerra civile siriana?
Quanto importa, alla popolazione italiana, quello che avviene ogni giorno a miglia di distanza?
Ponendomi questi interrogativi, ho dunque deciso di dedicare queste poche righe, cercando di spiegarvi e di documentarvi riguardo questa guerra, che in poco più di sei anni ha provocato la perdita di quattrocento mila vite umane.

La Siria grazie alla sua posizione geografica, ha risentito nel corso degli anni, dell'influenza di varie civiltà; a ciò è dovuta l'ampia varietà della sua popolazione, costituita per la maggioranza da Arabi, ma anche da Curdi, Armeni e Beduini.
La guerra in Siria, è un conflitto che ha inizio nel 2011, quando la popolazione manifestò apertamente contro il regime del presidente Assad.
Il regime represse con la forza le manifestazioni, causando da un lato decine di morti, dall'altro la diffusione delle proteste.



Manifestanti e disertori dell'esercito siriano regolare, sul finire del 2011, formano l'Esercito Siriano Libero: è l'inizio della guerra civile.
Nei mesi successivi, vari oppositori del regime, confluiscono nell'Esercito Siriano Libero; tra questi vi è il Fronte al-Nusra, una branca siriana di al-Qaida.
Ben presto l'esercito libero prende le distanze, distaccandosi dal Fronte, autore sempre più spesso di azioni terroristiche.
Durante il 2012, gli scontri tra esercito regolare e ribelli aumentano, portando il governo ad ostacolare gli oppositori e i loro sostenitori mediante azioni violente, atte a massacrare la popolazione civile, per poi scaricare la colpa sui ribelli.
A ciò, seguono numerose e varie reazioni internazionali, che portano gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna ad offrire il loro appoggio ai ribelli; d'altro avviso sono Russia e Cina, che si schierano apertamente a favore del regime di Assad.
Nel 2013 i gruppi estremisti guadagnano forza e potere, trovando ulteriore appoggio nel gruppo radicale del'Isis (gruppo dello stato islamico dell'Iraq e del Levante),dividendo ulteriormente i ribelli.
Arriviamo dunque nel 2014, dove possiamo trovare tre gruppi diversi di ribelli, contraddistinti e bellicosi l'uno contro l'altro, con l'Isis sempre più potente e bellicoso.
Dopo una serie di attentati sanguinosi nel centro dell'Europa, la coalizione statunitense, inizia una serie di bombardamenti atti a indebolire il Califfato (insieme dei territori conquistati dall'Isis).
Tutto questo mentre il conflitto siriano vero e proprio continua imperterrito a mietere vittime.
Il 2016 è l'anno della guerra ad Aleppo, capitale economica della Siria, divisa dopo anni di scontri, tra ribelli e regime.
Posta sotto assedio, bombardata, privata dei sostentamenti e degli aiuti umanitari, la parte governata dai ribelli cade, venendo riconquistata dal governo, che ad oggi la controlla interamente.
A livello umanitario, la situazione è delle peggiori; i mesi di assedio, uniti ai massicci bombardamenti, sono costati numerosissime vite umane, in particolare donne e bambini.


A sei anni dall'inizio del conflitto, la situazione non accenna a migliorare; a ricordarci tutto ciò, sono state le bombe di martedì quattro aprile.
Ora basta.
Basta con la violenza.
Stop alla guerra!
                      
                                                         -Scritto da A-

martedì 11 aprile 2017

Terrore


Quella che si è andata a concludere, è stata una settimana caratterizzata dalla paura e dalla violenza, che ha scosso l'intera popolazione mondiale.
Così non se ne può davvero più! 
Ad appena sette giorni dall'esplosione dell'ordigno nella metropolitana di San Pietroburgo, si sono susseguiti atti belligeranti, che hanno fatto calar un'ombra oscura sopra di noi.

Attacco chimico sui civili
Verso le sei di mattina di martedì 4 aprile, è andato in scena un massiccio bombardamento chimico su Khan Shaykhun, cittadina a sud di Idlib.
Sono almeno settantaquattro le vittime tra uomini, donne e bambini.
I superstiti, raccontano di come abbiano capito velocemente che si trattasse di un bombardamento non convenzionale, ma bensì di un attacco con gas nervini (si presume la probabile miscela di due gas differenti).
I feriti che hanno riscontrato sintomi tra i quali vomito, difficoltà respiratorie e schiuma alla bocca, sono stati accolti in strutture mediche apposite, oggette queste, di un secondo raid aereo atto a colpire i soccorritori e i superstiti.
Diverse le prese di posizione da parte dei vari governi mondiali, che si stringono unite nel cordoglio verso le vittime, consci nell'attribuire la responsabilità dell'insulso attacco al regime di Assad.

USA: attacco missilistico contro Damasco
A seguito dell'attacco su Khad Shaykhun, il governo "Trump", ha abbandonato la sua posizione di non belligeranza nei confronti di Assad, dando il via libera ad un attacco missilistico in Siria.
Cinquantanove missili, sono stati scagliati contro la base di Al Shayrat, base da cui è presumibile considerare sia stato lanciato l'attacco chimico di martedì 4.
Commenti e reazioni sono arrivate da tutto il mondo, con i più, allineati alla decisione statunitense.
Di tutt'altro avviso, la reazione del governo russo, alleato di Assad, che parla di aggressione immotivata.


Stoccolma: orrore in centro
E' di quattro vittime e una dozzina di feriti, il bilancio dell'attacco terroristico avvenuto venerdì 7 aprile in pieno centro del paese scandinavo, dove un camion si è scagliato contro la folla, finendo poi la sua corsa, sfondando la vetrina di un grande magazzino.
Il killer riconosciuto dalle autorità come Rakhmat Akilov, ha dichiarato agli inquirenti, di aver agito in seguito ad ordini ricevuti dall'Isis.

Chiese cristiane sotto attacco
Domenica delle Palme di sangue in Egitto, dove due kamikaze si sono fatti esplodere in due chiese cristiane copte, a Tanta e ad Alessandria d'Egitto.
Quarantacinque le vittime complessive, mentre sono decine e decine i feriti.
Proclamati tre giorni di lutto nazionale, al termine dei quali scatterà lo stato d'emergenza con durata di tre mesi.
Entrambi gli attentati, sono stati rivendicati dall'Isis, il tutto a soli diciannove giorni dalla visita programmata in terra egiziana del pontefice.

                                                             -Scritto da A-