giovedì 13 aprile 2017

Violenza in Siria: a sei anni dall'inizio della guerra cos'è cambiato?




I recenti avvenimenti (tra cui possiamo ricordare il bombardamento di martedì scorso sulla cittadina di Khad Shaykhun), hanno portato anche i più distanti dalla politica internazionale, ad argomentarsi sulla questione siriana. Infatti, mai come oggi, essa è diventata una tematica d'estrema attualità.
Ma  pensandoci bene, quanto sappiamo riguardo la guerra civile siriana?
Quanto importa, alla popolazione italiana, quello che avviene ogni giorno a miglia di distanza?
Ponendomi questi interrogativi, ho dunque deciso di dedicare queste poche righe, cercando di spiegarvi e di documentarvi riguardo questa guerra, che in poco più di sei anni ha provocato la perdita di quattrocento mila vite umane.

La Siria grazie alla sua posizione geografica, ha risentito nel corso degli anni, dell'influenza di varie civiltà; a ciò è dovuta l'ampia varietà della sua popolazione, costituita per la maggioranza da Arabi, ma anche da Curdi, Armeni e Beduini.
La guerra in Siria, è un conflitto che ha inizio nel 2011, quando la popolazione manifestò apertamente contro il regime del presidente Assad.
Il regime represse con la forza le manifestazioni, causando da un lato decine di morti, dall'altro la diffusione delle proteste.



Manifestanti e disertori dell'esercito siriano regolare, sul finire del 2011, formano l'Esercito Siriano Libero: è l'inizio della guerra civile.
Nei mesi successivi, vari oppositori del regime, confluiscono nell'Esercito Siriano Libero; tra questi vi è il Fronte al-Nusra, una branca siriana di al-Qaida.
Ben presto l'esercito libero prende le distanze, distaccandosi dal Fronte, autore sempre più spesso di azioni terroristiche.
Durante il 2012, gli scontri tra esercito regolare e ribelli aumentano, portando il governo ad ostacolare gli oppositori e i loro sostenitori mediante azioni violente, atte a massacrare la popolazione civile, per poi scaricare la colpa sui ribelli.
A ciò, seguono numerose e varie reazioni internazionali, che portano gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna ad offrire il loro appoggio ai ribelli; d'altro avviso sono Russia e Cina, che si schierano apertamente a favore del regime di Assad.
Nel 2013 i gruppi estremisti guadagnano forza e potere, trovando ulteriore appoggio nel gruppo radicale del'Isis (gruppo dello stato islamico dell'Iraq e del Levante),dividendo ulteriormente i ribelli.
Arriviamo dunque nel 2014, dove possiamo trovare tre gruppi diversi di ribelli, contraddistinti e bellicosi l'uno contro l'altro, con l'Isis sempre più potente e bellicoso.
Dopo una serie di attentati sanguinosi nel centro dell'Europa, la coalizione statunitense, inizia una serie di bombardamenti atti a indebolire il Califfato (insieme dei territori conquistati dall'Isis).
Tutto questo mentre il conflitto siriano vero e proprio continua imperterrito a mietere vittime.
Il 2016 è l'anno della guerra ad Aleppo, capitale economica della Siria, divisa dopo anni di scontri, tra ribelli e regime.
Posta sotto assedio, bombardata, privata dei sostentamenti e degli aiuti umanitari, la parte governata dai ribelli cade, venendo riconquistata dal governo, che ad oggi la controlla interamente.
A livello umanitario, la situazione è delle peggiori; i mesi di assedio, uniti ai massicci bombardamenti, sono costati numerosissime vite umane, in particolare donne e bambini.


A sei anni dall'inizio del conflitto, la situazione non accenna a migliorare; a ricordarci tutto ciò, sono state le bombe di martedì quattro aprile.
Ora basta.
Basta con la violenza.
Stop alla guerra!
                      
                                                         -Scritto da A-

Nessun commento:

Posta un commento