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mercoledì 7 febbraio 2018

Lo spazio dello chef: le Bugie di Carnevale


Storia
La fine del freddo mese di gennaio ed il fresco arrivo di febbraio, portano in dote con loro l'arrivo di una delle feste maggiormente amate dai più piccoli e non solo: il Carnevale. 


Questa festa, celebrata prettamente nei paesi di origine cattolica, è solita esser caratterizzata da vere e proprie sfilate nelle quali il gioco, la fantasia ed il mascheramento dei partecipanti, fan si che in questo periodo si riesca maggiormente a prender la vita con nonchalance. 
Il carnevale non è solamente costituito da parate, feste e risate, infatti in questo periodo dell'anno la tradizione nostrana porta sulle tavole di ciascuno di noi le celeberrime Bugie o Chiacchiere. Questa preparazione, realizzata mediante l'impasto di farina, burro, zucchero, uova e marsala, rappresenta al meglio la tipicità del'arte gastronomica e pasticcera italiana del periodo carnevalesco. 
Conosciute in ogni regione del nostro Bel Paese con nomi differenti, la ricetta ha un'antica origine. I primi antenati delle odierne frappe, risalgono infatti ai tempi d'oro dell'antico Impero romano, dove delle sfoglie dolci erano solite esser consumate dopo una frittura in olio, utile a rendere croccante il dolce. 
Con la modernizzazione delle tecniche di cucina sono iniziate a comparire, dapprima nelle più raffinate pasticcerie ed in seguito anche nelle più modeste panetterie, una variante delle bugie tradizionali. Queste ultime vengono infatti contraddistinte dalle prime per via di un gustoso e ricco ripieno di confettura o di crema nocciola.

Curiosità

-Le frappe sono un patrimonio nazionale ed è per questo che rientrano nell'elenco dei PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani.
-La preparazione della squisitezza da noi oggi trattata è tutto sommato semplice: si tratta infatti di friggere un impasto dolce e cospargerlo con dello zucchero.
-L'elevato tasso di grassi e zuccheri, rende le bugie uno dei dolci maggiormente apprezzati dai bambini.
-Oltre ad esser diffusissime nel nostro territorio, questi gustosissimi dolcetti sono sconosciuti ed apprezzati in diversi dei paesi dell'Unione Europea come la Francia, la Croazia e la Germania.

Ricetta

Ingredienti per sei persone:


  • Farina 740 g;
  • Zucchero 95 g;
  • Burro 75 g;
  • Uova n°5 (quattro uova e un tuorlo);
  • Lievito per dolci 10 g;
  • Marsala 40 g;
  • Profumo di vaniglia;
  • Sale;
  • Olio;
  • Zucchero a velo;
Preparazione
  1. Dopo aver setacciato la farina ed il lievito contemporaneamente, ponete il tutto in una bastardella ed andate ad aggiungere zucchero, sale, uova e marsala.
  2. Amalgamate bene con l'ausilio delle fruste da cucina; dopodichè andate ad aggiungere il burro e l'aroma di vaniglia, impastando il tutto con le mani.
  3. Dopo che avrete ottenuto un impasto omogeneo, andate a donargli una forma sferica. Avvolgetelo nella pellicola da cucina e lasciate riposare all'incirca per un'oretta.
  4. Dividete l'impasto e andate a stenderlo delicatamente sino a renderlo il più sottile possibile. Con una rotella da cucina,  dal bordo smerlato, andate a ricavare dei rettangoli d'impasto che andrete a friggere in un tegame ricoperto d'olio.
  5. Una volta che la sfoglia ha assunto un colore dorato, con una schiumarola andate a scolare le vostre chiacchiere e a porle su della carta assorbente.
  6. Una volta raffreddate, ponetele sun un piatto da portata e cospargetele con lo zucchero a velo. Buon appetito.
-Scritto da A-

mercoledì 20 dicembre 2017

Lo spazio dello chef: Panettone vs Pandoro - Parte I


Storia
Oramai siamo agli sgoccioli, ancora cinque lunghe giornate e finalmente arriverà il Natale che, con la sua magica atmosfera, conquisterà come ogni anno grandi e piccini. La festa della nascita di Gesù bambino, commercializzata oltre ogni modo negli ultimi decenni, è ancora oggi un giorno capace di riunire famiglie ed amici, intenti in questa giornata a scambiarsi i regali e a gustarsi tutti insieme un lauto e gustoso pasto. E cosa c'è di meglio se non un buonissimo Panettone per concludere degnamente una ricorrenza tanto speciale?


Il panettone è un dolce tipico della tradizione pasticcera italiana, per la precisione della città di Milano, il quale da secoli è strettamente legato alle festività natalizie, dove è solito esser consumato come dessert alla fine dei pasti, magari accompagnato da un buon calice di vino dolce. 
Esso si realizza lavorando con molta pazienza ed amore ingredienti come le uova, la farina, lo zucchero, il latte ed il burro, ai quali in un secondo momento vengono aggiunte scorzette di arancia candita ed uvetta. Il dolce milanese, si presenta agli occhi dei commensali con una base cilindrica che sviluppandosi in altezza termina con una cupola. 

La globalizzazione, ha fatto si che il Re dei dolci natalizi smettesse in larga parte di esser prodotto dalle sapienti mani degli artigiani locali, per esser cucinato in larga scala all'interno delle industrie dolciarie, responsabili poi di espandere l'onomatopea del panettone oltre i confini lombardi ed italici. Ad oggi, è infatti assai facile reperire in tutto il globo il dessert in questione, anche se i prodotti artigianali vantano una qualità organolettica inarrivabile per le case di produzione di massa. 

Il panettone affonda le proprie origini nel passato (il primo scritto che certifica la presenza nel tempo di un'antenato della squisitezza da noi trattata oggi, è contenuto all'interno di un registro del collegio Borromeo di Pavia, ed è datato 1599) e nel corso dei secoli, sono molteplici le leggende ed i miti che si sono intrecciate alla sua storia. 
Secondo alcuni, l'antenato per eccellenza del panettone è il panfarcito, una preparazione di origine siciliana realizzata oltre settecento anni fa con un impasto simile a quello del pane ma con l'aggiunta di mandorle, miele e passoline. Altri attribuiscono la sua creazione ad uno sguattero di nome Toni, il quale aiuto lo chef di Ludovico il Moro a realizzare uno splendido e sontuoso pranzo di Natale. 
La leggenda più affascinante, racconta invece la storia di Messer Ulivo degli Atellani che, innamorato della figlia di un fornaio, si fece assumere da quest'ultimo per conquistare il cuore della ragazza. Egli riuscì incorporando vari ingredienti, a realizzare un dolce che rese celebre il forno e ricco il suo proprietario, il quale diede di buon grado il consenso ai due giovani di convolare a nozze.

Curiosità
-Nella città di Milano è solito conservare un panettone da consumarsi il 3 febbraio dell'anno nuovo, nel giorno di San Biagio. Esso, altro non rappresenta che un gesto scaramantico contro i mali di stagione ma, permette anche alle pasticcerie di riutilizzare e guadagnare sui panettoni invenduti.
-Negli anni, sono diverse e differenti le variazioni sul tema proposte da pasticcerie ed industrie dolciarie, come il panettone glassato, quello ricoperto da cioccolato o quelli guarniti con creme varie.
-Il panettone artigianale è certificato da un marchio rilasciato dalla Camera di Commercio di Milano.
-Il dolce è registrato all'interno dell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali italiani, i PAT.


Gusto e realizzazione
Il panettone, almeno quello realizzato secondo le tecniche della tradizione artigianale nostrana, è un prodotto da forno realizzato a partire da una pasta lievitata. Dalla consistenza morbida e fragrante, la forma stessa del dolce è realizzata attraverso degli stampi di cottura, i quali rimangono poi attaccati al prodotto una volta terminato. Dall'aroma pungente e corposo, il dolce tipico natalizio deve il suo aroma alla lievitazione a pasta acida, anche se i canditi e le uvette tendono a smorzare questo gusto. Gli ultimi ingredienti citati poc'anzi, sono spesso criticati soprattutto dai più piccoli, i quali tendono a toglierli dal prodotto finito. 
Con la globalizzazione, il panettone ha avuto negli anni molti e vari prodotti che hanno tentato di sostituirlo o modificarlo, uno di questi è il Pandoro, l'altro tipico dolce natalizio che contende ogni anno lo scettro di sovrano dei dolci delle feste, di cui andremo ad analizzare la prossima settimana.


-Scritto da A- 

mercoledì 6 dicembre 2017

Lo spazio dello chef: La Carrot Cake


Storia
La Carrot Cake è una strabiliante torta angloamericana che, seppur partendo da un ingrediente a base sapida come le carote, risulta essere ad oggi una delle preparazioni dolciarie meglio riuscite e più apprezzate in territorio americano e non solo.


Soffice e saporito, questo dolce si presenta agli occhi dei consumatori denotando un tipico colore bruno, risultato dell'unione di ingredienti come la cannella e lo zucchero di canna non raffinato. Questi due elementi in particolare, conferiscono alla torta un aroma più pungente e dolciastro. Oltre alle carote, allo zucchero grezzo e alla cannella, è la farcia di formaggio fresco un'altro elemento caratteristico del dessert a stelle e strisce. 
Nonostante molti, soprattutto tra noi italiani, siano ancora scettici riguardo all'utilizzo delle carote per la realizzazione di squisiti dolci, è opportuno sapere che l'ortaggio arancione è sin dal medioevo utilizzato per le preparazioni di pasticceria. La carota, appartenente alla famiglia delle Apiaceae, è un ortaggio dal forte contenuto zuccherino ed in passato la scarsa disponibilità di dolcificanti, faceva si che i cuochi sfruttassero questa caratteristica per dare dolcezza ai loro dessert.
Ciò nonostante, ad oggi le origini della carrot cake risultano essere ancora dubbie: Norvegia, Gran Bretagna e Svizzera si sono da sempre contese la paternità di questa torta. L'unica certezza è che questo dolce assunse una rilevanza particolare nelle terre di Sua Maestà la Regina Elisabetta, dove dopo la seconda grande guerra passò, dall'essere una preparazione prettamente casalinga, ad una specialità servita nelle migliori pasticcerie. 
Altri invece collocherebbero la nascita della carrot cake negli States, dove George C. Page sfruttò una sovrapproduzione di carote in scatola per creare questa semplice e genuina bontà.

Curiosità
-La carrot cake senza alcun dubbio non è nata nella forma conosciuta da noi oggi. La sua realizzazione è infatti stata ottenuta da una lenta ma costante trasformazione.
-Con ogni probabilità, un predecessore della suddetta torta è il Carrot Pudding, un budino di carote servito nella prima metà del seicento.
-La genuinità e la semplicità sono le caratteristiche vincenti di questo dessert.
-Le carote iniziarono ad essere consumate come alimento solo nel 1500.
-L'iniziale colore delle carote non era l'arancione bensì il violaceo. Fu un botanico francese dell'ottocento a conferire il tipico colore che ad oggi noi conosciamo, andando a creare un tipo di carota domestico.

Preparazione

Ingredienti per 6 persone:

  • Carote 210 g;
  • Uova n°4;
  • Farina 180 g;
  • Olio di semi 210 g;
  • Zucchero non raffinato 210 g;
  • Lievito per dolci 10 g;
  • Bicarbonato 6 g;
  • Cannella 6 g;
  • Formaggio spalmabile 300 g (per la glassa);
  • Burro 60 g (per la glassa);
  • Zucchero a velo 300 g (per la glassa);
  • Vanillina mezza bustina (per la glassa);
Preparazione:
  1. Iniziate la vostra torta pelando e grattugiando le vostre carote.
  2. Ponete ora in una bastardella lo zucchero e le uova andandole a mescolare con l'ausilio delle fruste da cucina. Dovrete ottenere un composto bello spumoso.
  3. Giunti a questo punto, unite l'olio a filo ed amalgamate bene il tutto.
  4. Aggiungete la farina setacciata e delicatamente andate a mescolare; una volta incorporata anche la farina aggiungete il bicarbonato, il lievito e la cannella.
  5. Lavorate l'impasto con l'aggiunta delle tre polveri e poi aggiungete le carote grattugiate.
  6. Foderate con della carta da forno una tortiera e versatevi al'interno il preparato. Cuocete in forno ventilato a 160° per quarantacinque minuti.
  7. Una volta decorso il tempo di cottura, sfornate la torta e lasciatela riposare.
  8. Preparate nel mentre la vostra glassa, andando ad unire il formaggio fresco, lo zucchero, la vanillina ed il burro: dovrete ottenere una crema liscia e lucida.
  9. Ponete la torta raffreddata su un piatto da portata e cospargetela con la glassa, il cui compito sarà quello di andare a ricoprire l'intera superficie della vostra carrot cake. decorate a piacimento, servite e buon appetito!
-Scritto da A- 

mercoledì 29 novembre 2017

Lo spazio dello chef: la Red Velvet


Storia
La Red Velvet, è una delle torte più caratteristiche ed affascinanti del panorama culinario a stelle e strisce: scopriamone insieme il motivo.


Questa squisitezza, si presenta come una classica torta a strati guarnita con una crema a base di formaggio o vaniglia, la cui particolarità innata sta nel contrasto tra il colore rosso, caratteristico della base, ed il colore chiaro della farcitura.
Il colore rosso che tanta notorietà e scenograficità dona al dessert, può variare dall'acceso al vivo, dal bordeaux al mattone, a seconda del pasticcere autore del capolavoro.
Composta da ingredienti facilmente reperibili come la farina, le uova, il burro, lo zucchero, il cacao ed il latticello, questa bontà (il cui nome letteralmente sta a significare "torta di velluto rosso", per esaltare la naturale soffice e setosa consistenza della base) viene solitamente guarnita da una crema che a seconda dei casi può essere a base di vaniglia, burro o più comunemente formaggio fresco.
Le fonti in nostro possesso collocano la nascita di questo dolce nei primi anni del secolo scorso, quando esso veniva servito nel ristorante del rinomato The Waldorf Astoria Hotel. Nonostante ciò, la red velvet cake raggiunse una discreta notorietà solamente negli anni sessanta, quando in America esplose il fenomeno delle "crazy cakes", dolci volutamente eccessivi ed accattivanti.
La red Velvet, pur nascendo come tipica torta degli stati Uniti Meridionali, ad oggi è uno dei dolci più in voga in tutto il paese d'oltreoceano e nel mondo.

Curiosità
-Inizialmente, il colore rosso caratteristico della red velvet, era dato dal contrasto naturale derivante dalla reazione chimica tra ingredienti acidi come il latticello ed il cacao. Oggi, all'impasto viene aggiunto del colorante alimentare per aumentare il grado d'intensità della pigmentazione.
-La base della torta è composta da ingredienti che rendono la consistenza della stessa talmente soffice da far risultare superfluo il compito di bagnare con del liquore i dischi di composto prima di guarnirli.
-L'aspetto unico ed affascinante della red velvet, rende questo dessert adatto a particolari e speciali celebrazioni.

Ricetta

Ingredienti per 6 persone:

  • Farina 265 g;
  • Burro 100 g;
  • Zucchero 270 g;
  • uova n° 2;
  • Cacao 10 g;
  • aroma di vaniglia 4 g;
  • sale 5 g;
  • Latticello o yogurt bianco 220 g;
  • Colorante alimentare rosso;
  • Aceto di mele 4,5 g;
  • Bicarbonato 4 g;
  • Mascarpone 250 g (per la crema);
  • Panna fresca 250 g (per la crema);
  • Zucchero a velo 120 g (per la crema);
Preparazione: 
  1. Con l'ausilio delle fruste da cucina, sbattete in una bastardella il burro a temperatura ambiente con metà dello zucchero fino a che non avrete ottenuto un composto chiaro e spumoso.
  2. A questo punto, aggiungete al composto le uova (una per volta), il restante zucchero ed amalgamate.
  3. Unite il cacao rigorosamente setacciato, il colorante e l'aroma di vaniglia.
  4. Sciogliete il sale fino nel latticello (od in alternativa ad esso nello yogurt bianco) ed unitelo al composto precedentemente ottenuto, alternando con la farina ed il bicarbonato sciolto nell'aceto; mescolate bene il tutto.
  5. Ungete tre tortiere e versate il composto in esse in ugual misura; infornate in forno ventilato a 180° per 30 minuti.
  6. Nel frattempo occupatevi della crema: amalgamate il mascarpone con la panna fresca, dopo di che aggiungete lo zucchero e mescolate bene sino a che non avrete ottenuto una crema liscia e brillante.
  7. Sfornate i dischi di impasto rossi e lasciateli intiepidire prima di estrarli; una volta sformati, lasciateli raffreddare completamente.
  8. Poggiate ora il primo disco su un piatto da portata e cospargetevi sopra la crema a base di mascarpone e panna; coprite con il secondo disco e ripetete l'operazione. 
  9. Per finire, ricoprite l'intera torta con la crema e servite: buon appetito!
-Scritto da A-  

mercoledì 8 novembre 2017

Lo spazio dello chef: La Crema Bavarese


Storia:
La Crema Bavarese è un dolce al cucchiaio di origine transalpina dalla consistenza densa e cremosa, il quale forse al meglio racchiude la raffinatezza e la bontà della pasticceria francese.


Il dessert, ad oggi un vero e proprio must, composto da crema inglese, gelatina in fogli e panna, riesce grazie al suo gusto leggiadro e al suo aspetto raffinato a farsi amare anche dai più scettici, potendo essere servito da solo, accompagnare la preparazione di dolci più elaborati o fungere da farcitura. 
Nonostante ciò, è la semplicità la vera chiave dietro cui si cela la fortuna ed il successo del dolce.
Il nome di questa famosa ricetta, deriva dalla regione tedesca della Baviera e oggi giorno è solito trovare il dolce chiamato semplicemente con il termine "Bavarese", omettendo la parola crema ed anticipando il nome con l'articolo femminile "La". In passato era invece comune e corretto anticipare la radice "Bavarese" con l'articolo maschile "Il", in quanto il nome deriva dal francese "Bavarois". Di simil aspetto e consistenza ad un budino, il dolce in questione differisce dal suo similare per l'aggiunta di panna .

Curiosità:
-Nonostante la bavarese esista in tante e diverse varianti, la versione più largamente diffusa è quella alla vaniglia.
-Prima del successo conseguito in Francia, il bavarese fu introdotto in Germania nel 1700 non come crema bensì come bevanda a base di the, latte e liquore.

Ricetta:

Ingredienti:

  • Tuorli d'uovo n°3;
  • Latte 150 ml;
  • Panna fresca 200 ml;
  • Zucchero 70 g;
  • Colla di pesce 6 g;
  • Aroma di vaniglia;
  • Frutti di bosco;
  • Zucchero a velo;
Preparazione:
  1. Ponete in una ciotola ricolma d'acqua fredda la colla di pesce così da ammorbidirla.
  2. In un a bastardella montate i tuorli con lo zucchero sino ad ottenere un composto denso e spumoso. Nel frattempo, ponete a sobbollire in una casseruola il latte con l'aroma di vaniglia.
  3. Filtrate il latte e versatelo nella bastardella del composto d'uova e zucchero, mescolate e ponete il tutto in una nuova casseruola. Fate cuocere a fiamma bassa.
  4. Portate il tutto alla temperatura di 82° mescolando nel contempo senza sosta con una frusta.
  5. Togliete dal fuoco ed unite la gelatina in fogli debitamente strizzata e mescolate.
  6. Trasferite il composto in una ciotola e lasciate raffreddare. Una volta raffreddato, ponetelo ad una cottura a bagno maria incorporando man mano la panna montata dall'alto verso il basso.
  7. Fate amalgamare bene il composto e trasferitelo all'interno degli appositi stampi. Lasciate rassodare in frigo per almeno cinque ore.
  8. Una volta trascorso tale tempo, sformate e servite accompagnandolo con frutti di bosco freschi ed una spolverata di zucchero a velo. Buon appetito.
                                                                     -Scritto da A-


mercoledì 18 ottobre 2017

Lo spazio dello chef: i Dolci


Al giorno d'oggi i dolci e le preparazioni dolciarie sono un must a cui nessuno di noi riesce a resistere.


Nelle scorse settimane vi abbiamo proposto anche noi diverse ricette pronte a soddisfare il vostro bisogno di zucchero e golosità, ma quanti di voi sanno realmente cosa è un dolce?
O meglio, quanti di voi conoscono l'origine dei dolci e del loro utilizzo in cucina?

A livello culinario, l'etimologia dolce si riferisce a qualsiasi alimento che abbia come ingrediente di base lo zucchero od in alternativa ad esso il miele.
Essi sono soliti esser serviti alla fine di un lauto pasto ma non per questo è inusuale consumarli per merenda o a colazione.
Fanno parte di questa categoria alimentare i prodotti della pasticceria come le torte, i dolci al cucchiaio ed i biscotti, i prodotti della confetteria, i gelati ed i prodotti che hanno nel cacao il loro ingrediente fondamentale.

Ma quando è subentrata l'abitudine di consumare i prodotti dolciari alla fine dei pasti?
I primi a produrre e gustare i dolci furono gli antichi greci, i quali erano soliti consumare un prodotto definito Plakous, realizzato mediante l'utilizzo di ingredienti quali la farina d'avena, il miele ed il formaggio. Anche nella Roma imperiale era solito il consumo di dessert alla fine di ogni pasto.
Ciò detto, solamente nel corso degli ultimi quattro secoli la produzione di dolci si è andata ad espandere, questo grazie ad una maggior reperibilità d'ingredienti dolci come lo zucchero. Prima della sua scoperta l'elemento dolce si otteneva mediante derivazione dal mosto, dalla frutta e dal miele.
Il primo zucchero ad essere importato in Europa fu quello di canna, introdotto grazie alla dominazione araba. Solamente dopo la scoperta delle Americhe, lo zucchero diviene un ingrediente comune agli abitanti del vecchio continente, mentre la scoperta della barbabietola da zucchero, renderà in seguito l'Europa autonoma nella produzione di questo ingrediente essenziale per la produzione dolciaria, da lì in avanti sempre più consistente.

                                                                    -Scritto da A-


mercoledì 13 settembre 2017

Lo spazio dello chef: i Donuts


Storia
Quanti di voi, al giorno d'oggi, non hanno avuto il piacere e la gioia di degustare un fantastico Donut?

Queste famosissime ciambelle americane, rese note in Italia da Homer Simpson che di esse ne va ghiotto, sono dei dolci fritti morbidi e sfiziosi ricoperti da sgargianti glasse.
I doughnuts, il nome con cui questi vengono conosciuti oltreoceano, sono oramai stranoti anche nel vecchio continente grazie alla loro esplosione di gusto e alle coloratissime cialde, che senza alcun dubbio attirano l'attenzione di golosi e non. Il dolce che rappresenta al meglio la tradizione culinaria statunitense, in particolare quella newyorchese dove esso è maggiormente diffuso ed apprezzato, ha tuttavia origini europee.
Secondo le fonti più accreditate, la nascita di questo dessert che risalirebbe alla metà dell'ottocento, è olandese. Sarebbero stati loro, migrando nel nuovo continente, ad esportare quella che ad oggi rappresenta un'autentica squisitezza. I donuts sarebbero, sempre secondo questa tesi, i discendenti del olykoeks, una torta fritta e zuccherata in superficie che fece innamorare gli statunitensi grazie al gusto unico e alla morbidezza del suo impasto.
Il dolce però presentava un difetto: non si riusciva a cuocere adeguatamente la parte centrale. Per ovviare a questo problema, il capitano della marina americana Hanson Gregory, era solito farcire il centro con noci e nocciole.
Per rendere meno ardua la cottura, egli stesso decise in seguito di praticare un buco al centro in modo tale da rendere la frittura delle ciambelle omogenea: mai invenzione risultò più azzeccata.
La preparazione di questo dessert, giunto in Europa con l'avvento della seconda guerra mondiale, è facile e divertente per cui anche chi è meno portato per la cucina potrà sbizzarrirsi a creare le proprie ciambelle.


Curiosità
-Il nome doughnut deriva dalla composizione di dough (centro) e walnut (noci).
-Durante la prima grande guerra, ai soldati americani veniva servito come rancio proprio un donut, capace alla lontana di far sentir il profumo di casa.
-Il primo venerdì di giugno negli Stati Uniti si celebra il National Doughnut Day, la festa nazionale delle ciambelle.
-E' grazie ad Adolph Levitt se le ciambelle dal 1920 in poi si diffusero in massa nel continente americano e in quello europeo: esso creò infatti il primo macchinario capace di produrre in serie i donuts.

Ricetta

Ingredienti per 6 ciambelle:


  • Farina 00 130 g;
  • Farina Manitoba 130 g;
  • Lievito di birra 7 g;
  • Latte 130 ml;
  • Zucchero 40 g;
  • Uova n° 1 (possibilmente grande);
  • Burro 40 g + 10 g per la glassa;
  • Aroma di vaniglia;
  • Sale 3 g;
  • Acqua;
  • Coloranti alimentari;
  • Zucchero a velo 80 g;
  • Olio di semi;
Preparazione:
  1. Per cominciare la preparazione dei vostri donuts, iniziate sbriciolando il lievito di birra, a cui aggiungerete un poco di latte intiepidito e un cucchiaino di zucchero. Mescolate e fate sciogliere il tutto.
  2. Versate in una bastardella le due farine e dopo averle mischiate, aggiungete il composto con il lievito.
  3. Aggiungete ora, sempre mentre starete mescolando, il latte intiepidito, lo zucchero, l'uovo, l'aroma di vaniglia ed il sale. Amalgamate ed impastate il tutto.
  4. Aggiungete infine il burro ammorbidito ed incorporatelo all'impasto energicamente: dovrete ottenere un composto elastico, liscio ed omogeneo.
  5. Ponete l'impasto nel forno spento ma con la luce accesa e lasciate lievitare sino a che non sia raddoppiato il proprio volume.
  6. Spolverate con della farina una spianarola e versate l'impasto che andrete a stendere con l'ausilio di un mattarello. Con un coppa pasta ottenete un cerchio di impasto il cui centro bucherete con un coppa pasta più piccolo.
  7. Ponete le ciambelle ottenute su una teglia da forno foderata con la carta e lasciate lievitare per ulteriori quaranta minuti.
  8. Nel mentre che il vostro impasto lievita, voi potrete occuparvi della preparazione delle glasse: Versate il burro fuso nello zucchero a velo ed aggiungete acqua calda, tanta da ottenere un composto fluido. Aggiungete il colorante alimentare che più vi aggrada e lasciate riposare.
  9. Scaldate in un tegame l'olio sino a 175° e friggetevi all'interno i donuts, facendo attenzione a dorarli da ambo e due i lati.
  10. Toglieteli dalla frittura, scolateli su della carta assorbente ed una volta che questi saranno intiepiditi immergere un lato della vostra ciambella nella glassa da voi prima preparata.
  11. Lasciateli asciugare per qualche minuto e poi... buon appetito!
                                                             -Scritto da A-

mercoledì 6 settembre 2017

Lo spazio dello chef: il Krapfen


Storia
Il Krapfen è un dolce tipico della tradizione culinaria tedesca anche se di origine austriaca, conosciuto ed apprezzato in tutto il vecchio continente.
Dalla forma di palla appiattita, questa pasta fresca è realizzata mediante la lievitazione di ingredienti semplici ed essenziali come le uova, la farina, il lievito e lo zucchero. Questi, una volta amalgamati gli uni con gli altri, vengono farciti con la marmellata (solamente con questo ripieno il krapfen può definirsi tale) e fritti nello strutto. Per ultimare la preparazione, si è soliti cospargere il dessert con dello zucchero, normale o a velo.


Nonostante il ripieno tipico, ad oggi esistono varianti che prevedono la sua guarnizione con la crema pasticcera o con la crema al cioccolato.
Il dolce, tipico del periodo carnevalesco, ha un origine incerta e sono numerosi i paesi che si contendono la paternità della sua nascita.
L'ipotesi più accreditata rimane comunque quella che colloca la creazione di questa "bomba" (nome con cui esso è conosciuto nel nostro bel paese), di gusto e sapore, in territorio austriaco precisamente presso la cittadina di Graz.
In questa stupenda e rigogliosa cittadina, capitale della Stiria nonché seconda cittadina austriaca per numero di abitanti, nel seicento questa gustosissima bontà si sviluppa, per poi da qui emigrare in Germania e nel Lombardo-veneto, ai tempi sotto la dominazione asburgica.

Curiosità
-La parola krapfen prende origine dal termine krafo, in tedesco antico frittella.
-Il suo nome potrebbe anche derivare dal nome della sua possibile creatrice, Cacilie Krapf, pasticcera austriaca vissuta nel seicento.
-La versione italiana del dolce, sostituisce il ripieno di marmellata con la crema pasticcera.
-La farcitura di questa squisitezza deve esser effettuata prima di friggere l'impasto, in modo tale che quest'ultimo assorba l'aroma e la fragranza della marmellata.
-Questo dolce, sviluppatosi ed amato in particolar modo nell'Europa centrale, in passato poteva esser degustato solamente nel periodo carnevalesco, dove una volta fritto veniva venduto per le strade.

Ricetta

Ingredienti per 4 persone:

  • Latte 190 ml;
  • Burro 80 g;
  • Farina Manitoba 240 g;
  • Lievito di birra 18 g;
  • Zucchero 40 g;
  • Scorza di limone;
  • Sale;
  • Aroma di vaniglia;
  • Malto n° 1 cucchiaino;
  • Uova n° 1;
  • Tuorli n° 4;
  • Farina 00 110 g;
  • Marmellata d'albicocche 160 g;
  • Strutto;
  • Zucchero a velo;
Preparazione:
  1. Per prima cosa occupatevi del lievito che dovrete far sciogliere in un mezzo bicchiere di latte intiepidito leggermente e dolcificato con il malto.
  2. Unite ora al latte restante lo zucchero, l'aroma di vaniglia, il sale e le uova precedentemente sbattute.
  3. Setacciate le due diverse farine e ponetele in una bastardella, aggiungendo anche la scorza grattugiata di un limone.
  4. Mescolate ed aggiungete poco per volta i due diversi composti ottenuti con il latte. Continuate a mescolare sino a che non avrete ottenuto un composto omogeneo e privo di grumi.
  5. Aggiungete il burro precedentemente ammorbidito e tagliato a cubetti, lavorando l'impasto sino ad avere un composto elastico. Lasciate riposare sotto uno strofinaccio per due ma anche tre ore.
  6. Una volta decorso tale tempo, stendete la pasta con l'ausilio di un mattarello e con uno stampino ottenete dei dischetti.
  7. Versate al centro del disco un cucchiaino di marmellata, spennellate i bordi con l'albume e sovrapponete un secondo dischetto, ponendo attenzione a chiudere i bordi.
  8. Lasciate riposare i krapfen per almeno un ora, dopodiché friggeteli in un tegame riempito con lo strutto. Attenti a questa operazione, perché dovrete dorarli da entrambi i lati.
  9. Una volta fritti, toglieteli dallo strutto con l'aiuto di una schiumarola ed asciugateli con la carta assorbente.
  10. Cospargete con lo zucchero a velo e servite! Buon appetito.
P.S. La ricetta originale prevede la formazione di un unica palla farcita mediante una siringa da pasticcere. La formazione di due dischetti, si adatta di più alle preparazioni fatte in casa vista la sua più facile realizzazione.

                                                       -Scritto da A-





mercoledì 9 agosto 2017

Lo spazio dello chef: i Dorayaki


Storia:
Il Dorayaki è un dolce probabilmente ignoto ai tanti che appartiene alla tradizione culinaria nipponica.

Di aspetto e preparazione molto simili agli americanissimi pancake, si differenziano da questi ultimi in quanto realizzati senza l'aggiunta di grassi e farciti come fossero un panino. Le usanze del Sol Levante prevedono che si inizi il dolce da un'impasto chiamato kasutera, mentre la farcitura tipica, chiamata anko, viene ottenuta da una crema ricavata dai fagioli azuki. In occidente, queste frittelle possono esser guarnite con salse che maggiormente si avvicinano ai sapori  nostrani, come la confettura di marmellata, la crema di nocciole o di castagne.
In origine formati da un solo strato, fu l'ingegno di Ueno Usagiya a donare a questo dolce, nel 1914, l'aspetto a due strati che oggi noi conosciamo. 
La radice del nome di questo dolce "dora", in lingua giapponese significa "gong" e con tutta probabilità è da questo strumento musicale, di aspetto notevolmente similare, che il dorayaki prende il nome.
Secondo un affascinante leggenda locale, un samurai di nome Benkei costretto a nascondersi da un malvagio tiranno, trovò rifugio nell'umile dimora di un contadino. Un giorno, costretto a fuggir in tutta fretta, dimenticò a casa di quest'ultimo il proprio gong, che il mezzadro utilizzò come ispirazione per formare il primo di queste prelibatezze.
Sfizioso oltre che semplice da realizzare, questo dessert è l'ideale per una squisita merenda o una nutriente colazione.

Curiosità:
-I dorayaki sono conosciuti per esser il dolce preferito del gatto Doraemon, serie degli anni settanta conosciuta oggi anche dai più piccoli.
-Presso il negozio di Ueno Usagiya si possono degustare i migliori dorayaki del Giappone.

Ricetta:

Ingredienti per 12 dorayaki:

  • Acqua 360 g;
  • Farina 480 g;
  • Zucchero a velo 300 g;
  • Uova n° 4;
  • Lievito per dolci 6 g;
  • Miele 45 g;
  • Olio di semi;
  • Crema per il ripieno che maggiormente vi aggrada;
Preparazione:
  1. In una bastardella unite farina, zucchero e lievito.
  2. Aggiungete a questo punto le uova, il miele e l'acqua facendo attenzione che quest'ultima sia a temperatura ambiente.
  3. Amalgamate ora il tutto aiutandovi con una frusta da cucina; iniziate a mescolare dapprima dolcemente per andar man mano ad aumentare l'intensità. Il risultato che dovrete ottenere sarà quello di un composto liscio e privo di grumi.
  4. Scaldate una pentola antiaderente, spennellate con l'olio la sua superficie e adagiate una mestolata di composto atta ad ottenere una frittella.
  5. Una volta che compariranno delle bollicine sulla superficie del vostro dorayaki (circa dopo tre minuti a fuoco lento), girate il dolce e continuate la cottura (per ulteriori sessanta secondi).
  6. Farcite con la crema a voi preferita e chiudete le frittelle a mo' di panino.
  7. Spolverate con dello zucchero a velo e servite; buon appetito!
                                                           -Scritto da A-

mercoledì 2 agosto 2017

Lo spazio dello chef: la Crêpe


Storia:
Le Crepes sono una pietanza d'origine francese conosciuta ed apprezzata in tutto il globo.

Esse, altro non sono che una semplicissima cialda, morbida e sottile, costituita da ingredienti caserecci come il latte, le uova, la farina ed il burro. Questi elementi, amalgamati, danno vita ad una pastella che una volta cotta su una superficie tonda rovente, viene farcita con i ripieni più disparati siano essi dolci o salati, ed infine arrotolata su se stessa per chiuderla; in alternativa le crêpe possono esser richiuse su se stesse.
Pur essendo un must della tradizione culinaria d'oltralpe, questa semplice squisitezza presenta ricette analoghe in ogni angolo d'Europa.
Conosciute nel nostro Bel Paese col nome di Crespella, questo dolce appartiene alla famiglia delle cialde, assieme ai Waffle e ai Pancake.
Apprezzata sin dall'alba dei tempi, questa preparazione nell'antichità veniva concepita con acqua e vino al posto del latte; le tecniche e gli ingredienti che oggi vanno a comporre la delizia a noi conosciuta, furono introdotti solo alla fine del IX secolo.
In Francia, dove le crespelle prendono i natali, oltre a rappresentare una fantastica sciccheria culinaria sono simbolo di amicizia e lealtà. I mezzadri, nel medioevo, le offrivano ai loro padroni in segno di riconoscenza.
La tradizione vuole che esse siano preparate, servite e degustate solamente nel giorno della Candelora e il Martedì Grasso.

Curiosità:
-Le crespelle, hanno un impasto di base neutro che consente loro di esser farcite con ripieni dolci (pasta al cioccolato, confetture varie, creme) o salati ( salumi, formaggi, funghi, verdure).
-La massima espressione culinaria di questo dolce venne ottenuta nel 1903, quando il cuoco francese di fama mondiale Escoffier inventò la Crêpe Suzette: una particolare versione di crespella ripiena con salsa all'arancia e infiammata con il liquore Grand Marnier.
-In passato era solito esprimere un desiderio una volta che queste venivano girate in padella.
-Il nome delle crêpe con ogni probabilità deriva dal greco Krìspos (arrotolato) o dal latino Crispus (arricciato).
-Alcune tipiche zuppe austriache e dell'Alto Adige, come la Frittatensuppe, sono accompagnate da striscioline di queste preparazioni.

Ricetta:

Ingredienti per 4 crepes:

  • Uova n°2;
  • Farina 130 g;
  • Latte 150 ml;
  • Burro;
  • Marmellate varie o crema al cioccolato;
Preparazione:
  1. Sbattete le uova all'interno di una ciotola capiente ed unite il latte poco alla volta.
  2. Una volta che avrete mescolato bene gli ingredienti, setacciate la farina ed aggiungetela.
  3. Mescolate con l'ausilio delle fruste da cucina, evitando di far formare al vostro impasto dei grumi. Il risultato da ottenere dovrà essere un composto omogeneo.
  4. Lasciate riposare in  frigorifero per almeno una trentina di minuti.
  5. Prendete una padella antiaderente, ungetela col burro e scaldate bene; versateci una generosa mestolata di impasto atta a garantirvi di ricoprire l'intera superficie della padella.
  6. Poiché la pastella tende a cuocere rapidamente, l'operazione citata poc'anzi dovrà esser eseguita nel minor tempo possibile.
  7. Decorso un minuto, un minuto e mezzo di cottura a fuoco medio-basso, e notata l'iniziale doratura della crespella, giratela dall'altro lato e completate la cottura.
  8. Toglietela dal fuoco, ponetela su un tagliere od un piatto da portata e ripetete le operazioni sopra citate sino a terminare il vostro impasto.
  9. Farcite con la salsa che più vi aggrada e chiudetele arrotolandole o a mezzaluna.
  10. Decorate con una abbondante spolverata di zucchero a velo e servite.
  11. Buon appetito!!
                                                         -Scritto da A-




mercoledì 26 luglio 2017

Lo spazio dello chef: la Crostata


Storia:
La Crostata, squisita quanto delicata nella sua semplicità, è un dolce orgoglio della cucina tradizionale italiana.


Preparata mediante l'utilizzo d'ingredienti poveri ed appartenenti a quella che una volta veniva definita cucina popolare, questa delizia si compone farcendo con confetture o creme varie una base realizzata mediante un impasto di pasta frolla.
Pur essendo considerata per antonomasia il dolce casereccio più largamente conosciuto ed apprezzato a livello europeo e non, di difficile datazione è l'origine di questo antico dessert.
Socchiudete dolcemente gli occhi, immaginate di potervi gustare una fetta di succulenta crostata alla confettura d'albicocche (se ne avete un pezzo sotto mano non perdete altro tempo prima di addentarla) e ascoltate il mito dietro cui parrebbe celarsi la genesi di questa prelibatezza.
In epoca precristiana, la bellissima sirena Partenope era solita deliziare gli abitanti della città, dalla cui stessa prese il nome, col suo canto.
Per ringraziarla di cotanta suadente bellezza canora, la gente risiedente nel golfo napoletano offrì lei prodotti alimentari pregiati come la farina, le uova e lo zucchero. 
Piacevolmente colpita da questi doni e dalla bontà degli esseri umani, Partenope decise di non usufruire degli ingredienti ricevuti, donandoli invece agli dei.
Generosi e compassionevoli, questi ultimi trasformarono queste stupende materie prime nella crostata, donandola nuovamente alla sirena.
La conclusione del mito narra come anche quest'ultima non abbia tenuto per se quanto ricevuto, donandolo a sua volta a chi in origine aveva compiuto il gentile gesto.


Tornando più realisti e ponendo in disparte a malincuore dei, sirene e miti, la creazione del dolce secondo fonti più attendibili sarebbe da attribuirsi ad una suora del convento di San Gregorio armeno. Non soddisfatta del'eccezionale creazione, la donna attribui alla crostata un significato mistico.
Nonostante la sua bontà, il dessert facente parte della tradizione culinaria popolare, non conobbe per lungo tempo i fasti della corte, sino al giorno in cui il marchese De Rubis, in viaggio verso Napoli,non fu costretto a seguito della rottura della propria carrozza a soggiornare presso una semplice famiglia di contadini. Qui il marchese poté assaggiare una bontà che ai giorni nostri tutti abbiamo avuto il piacere di degustare proprio grazie a lui.
Dopo esser riuscito ad ottenere la ricetta ed i segreti di cotanta bontà,il marchese li recapitò presso la corte dei Borbone, i quali fecero ottenere a questo dolce un meritato successo.

Curiosità:

-La crostata può essere degustata sia come spuntino pomeridiano sia a colazione in sostituzione di biscotti o fette biscottate.
-La tradizione vuole che dai ritagli di pasta frolla si possano ottenere delle strisce le quali posizionate sopra al dolce andranno a creare la classica decorazione a losanghe.
-Facile da preparare, questo dessert può essere farcito con qualsivoglia tipo di confettura voi preferiate.

Ricetta:


Ingredienti per 6 persone:

  • Burro 180 g;
  • Zucchero a velo 120 g;
  • Farina 360 g;
  • Uova n° 2 (che siano piccole);
  • Scorza di limone o arancio;
  • Latte;
  • Sale;
  • Confettura a piacere 300 g;
Preparazione:
  1. Ponete in una planetaria (burro a temperatura ambiente) o in un mixer (burro freddo da frigo) la farina, il burro ed un pizzico di sale.
  2. Una volta ottenuto un composto sabbioso, unite lo zucchero a velo, le uova sbattute e la scorza di limone o arancio.
  3. Rimettete in moto il macchinario da voi scelto andando a compattare l'impasto.
  4. Ottenuto ciò, potrete disporre quanto fatto su un piano di lavoro. Compattate ulteriormente il tutto sino ad ottenere un panetto liscio, impellicolate e ponete in frigorifero per minimo un ora.
  5. Una volta decorso tale tempo, togliete la pellicola, ponete l'impasto su un piano di lavoro debitamente cosparso con della farina ed andate a stendere con l'ausilio di un mattarello la vostra pasta frolla.
  6. Assottigliatela ed adagiatela sullo stampo da voi prescelto.
  7. Eliminate la frolla in eccesso.
  8. Bucate la frolla con i rebbi di una forchetta.
  9. Farcite la crostata con la marmellata che più vi aggrada, livellando la superficie.
  10. Ottenete ora dai ritagli di sfoglia delle striscioline che dovrete andare a disporre prima in un senso e poi nell'altro.
  11. Spennellate con un po di latte l'intera superficie della crostata.
  12. Dopo aver preriscaldato il vostro forno, infornate e cuocete per 50/60 minuti a 170°.
  13. Sfornate e gustate!
                                                     -Scritto da A-

mercoledì 28 giugno 2017

Lo spazio dello Chef: i Macarons



Storia:
I macarons sono dolci tipici della pasticceria francese, nonostante il nome prenda origine dal dialetto italiano. La particolarità e la varianza di gusti nonché il proprio tipico contrasto cromatico tra ripieno e parte esterna, ne fanno il loro punto di forza.



Composti da due dischi preparati con albumi d'uovo, farina di mandorle e zucchero, intervallati da una crema ganache, questi sfiziosi e raffinati pasticcini rappresentano un vero e proprio piacere culinario conosciuto e apprezzato ovunque nel mondo.
Ideali da consumarsi in una merenda o ad un party esclusivo, questi dolcetti francesi offrono un ampia varietà di gusti e sapori, da quelli tradizionali (lampone, cioccolato, pistacchio) a quelli più eccentrici e sperimentali (liquirizia, zucca, caramello salato, mascarpone e ribes).
Le loro antiche origini, risalgono al sedicesimo secolo, quando dei pasticceri veneziani fecero giungere il dolce alle corti parigine, in occasione del matrimonio tra Caterina De' Medici e Enrico II d'Orleans.
Di diverso avviso vi è la Larousse Gastronomique, storica enciclopedia gastronomica transalpina, la quale colloca l'avvento di questo dolce alla fine del 1700, quando fu concepito in un convento nei pressi di Cormery.
Quel che è certo, è che i macarons odierni sono stati realizzati e tramandati da Pierre Desfontaines, che li creò all'inizio del secolo scorso nella pasticceria Ladurèe.
Grazie alla loro vivacità e raffinatezza, questi pasticcini son considerati sin dalle proprie origini un dessert d'elite.


Curiosità:
-I macarons sono considerati come il simbolo dell'arte pasticcera francese.
-Questi dolci furono i preferiti della ragina Maria Antonietta e per secoli hanno rappresentato un dolce chic adatto solamente ai più altolocati salotti francesi.
-Nonostante sia possibile preparare questi dolcetti in differenti e innovative versioni, la crema più adatta a farcire i gusci è la ganache a base di panna e cioccolato bianco.
-Il nome di questi dolci deriva dalla parola italiana maccarone.
-Marc Jacobs, ha dato luce a una collezione di borse d'alta moda targate Louis Vuitton dedicate ai macarons.
-Nonostante la diversa presentazione estetica, esiste una variante vegana di questo dolce.

Ricetta:

Ingredienti per 18 macarons:

  • Albumi d'uovo n° 3;
  • Farina di mandorle 100 g;
  • Zucchero a velo 100 g;
  • Zucchero 100 g; 
  • Acqua;
  • Coloranti;
  • Cioccolato bianco 90 g (per la ganache);
  • Panna fresca 45 g (per la ganache);
  • Aroma di vaniglia (per la ganache);
Preparazione:
  1. Ponete in una bastardella la farina e lo zucchero a velo precedentemente setacciati. Dopodiché aggiungete metà degli albumi e mescolate il tutto fino ad ottenere un composto liscio e spumoso.
  2. In un altra bastardella montate a neve i restanti albumi.
  3. Contemporaneamente ponete in un pentolino l'acqua e lo zucchero mescolando e evitando di far formare dei grumi. Portate a 118° gradi la temperatura del liquido formando così uno sciroppo.
  4. Una volta ottenuto il vostro sciroppo unitelo agli albumi continuando a montarli.
  5. Aggiungete i coloranti e continuate a mescolare.
  6. Unite ora il composto colorato a quello con la farina, mescolando il tutto dall'alto verso il basso aiutandovi con una spatola di legno.
  7. Ponete l'insieme in una sac a poche e formate dei dischi dal diametro di circa due centimetri, che lascerete raffreddare per almeno una decina di minuti a temperatura ambiente.
  8. Infornate a 160° per 12 minuti, facendo attenzione che la temperatura sia quella indicata. Ricordate che le temperature troppo elevate rischiano di far spaccare il vostro guscio.
  9. Sfornate e lasciate raffreddare.
  10. Fate sciogliere il cioccolato bianco a bagno maria.
  11. In una ciotola ponete la panna e mescolatela con l'aroma di vaniglia.
  12. Una volta che il cioccolato sarà sciolto, unitegli la panna ed emulsionate.
  13. Fate raffreddare a fuoco spento e poi farcire i vostri macarons con la crema ottenuta. Buona merenda!!
                                                -Scritto da A-