giovedì 30 marzo 2017

Cara Italia, quanto sei retrograda?





Sfogliando le notizie della giornata odierna, mi sono imbattuto in un curioso quanto sconcertante articolo.
Il pezzo raccontava di come una coppia omosessuale di Torino, non avesse potuto ottenere un appartamento in affitto, in quanto omosessuali per l'appunto; come se ciò non bastasse, la coppia racconta di come questa non fosse la prima volta che le capitava.

IO raramente nei miei articoli parlo in prima persona, ma questa volta colgo l’occasione per esprimere tutto il mio disgusto e dissenso riguardo “obbrobri” del genere.
Siamo nel 2017 eppure mi sembra di vivere nel Medioevo.
L’italia è da sempre un paese pieno di pregiudizi, rancoroso e violento verso le “diversità”, eppure in fondo in fondo io speravo che le cose stessero cambiando; con la legge Cirinnà entrata in vigore il 29 maggio 2016, che consente le unioni civili tra persone dello stesso sesso, credevo proprio che la situazione non potesse altro che migliorare.
A quanto pare mi sbagliavo… così mi sono chiesto come e cosa dovesse sopportare una persona omosessuale, quali scherni e prese in giro dovesse subire, quanto sia difficile ancora ad oggi essere accettati dalla società; rimuginando e rimuginando su questi pensieri, ho chiamato una mia carissima amica omosessuale e mi sono fatto raccontare la sua esperienza.



S. mi racconta di come lei la sua omosessualità la viva il più normalmente possibile, non vivendola come un segreto: “Certo non mi presento alla gente come gay, ma non sono una di quelle che a casa, o per strada, o sul posto di lavoro si vergogna o si nasconde per baciare la propria ragazza.”


Continua raccontandomi di come purtroppo, di pregiudizi c’è ne siano eccome, soprattutto fra i giovani: “La ragazza lesbica viene vista al di fuori come un tipo mascolino, coi capelli corti e i vestiti da uomo, mentre al contrario il ragazzo gay deve essere effeminato. 
Se non rientri in questi canoni non sei veramente gay, ma solamente un etero curioso.”

Si sofferma poi come negli ultimi anni sia diventata quasi una moda quella di essere lesbiche, complicando così ancora di più la sua vita, venendo etichettata come falsa lesbica o “modaiola”.
Purtroppo i pregiudizi non ci sono solo nella fase adolescenziale ma crescendo si diversificano, da una parte c’è chi ti accetta senza remore, dall'altra vi si trova chi ti ripudia e non concepisce il tuo essere.

Per ultimo le chiedo quali aspettative lei abbia e cosa vorrebbe che succedesse in questo paese: “Vorrei che ognuno di noi si sentisse libero di essere se stesso, soprattutto in famiglia, perché è in famiglia il primo posto in cui non ci si sente accettati, non si viene capiti o peggio ancora ripudiati e massacrati”.

S. è una bellissima e bravissima ragazza di 23 anni che conosco da parecchio tempo, e non finirò mai di ringraziarla, perché è grazie a persone come lei che ho imparato a non discriminare una persona solo in base al suo orientamento sessuale.
Sono persone, non sono “diversi”, sono UGUALI a noi.







-Scritto da A-

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