Nonostante siano oramai passati quasi tre mesi da quel disgraziato tredici novembre, scotta ancora dentro ognuno di noi la mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018.
Contro la Svezia, la nazionale allenata allora da Giampiero Ventura diede alito ad una crisi fino ad ora mai registrata dal movimento calcistico nostrano. L'uno a zero inflitto da Johansson alla Friends Arena mai ribaltato in casa nostra, tra le mure amiche di un San Siro gremito, portarono dopo giorni di fuoco e critiche incessanti alle dimissioni del Presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio Carlo Tavecchio, incolpato insieme all'allenatore da lui tanto voluto del fallimento tricolore.
L'Italia non mancava l'appuntamento da un Mondiale di Calcio dal lontano 1958, vale a dire sessant'anni esatti fa. A sei decenni di distanza, una popolazione intera dovrà a malincuore assistere al campionato del mondo senza poter tifare, assieme ad amici e parenti, la propria nazionale.
Come se tutto ciò non fosse stato sufficiente, i tre mesi più discussi e di crisi della FIGC non hanno portato ad un accordo fra i vari candidati alla presidenza, Damiano Tommasi, Gabriele Gravina e Cosimo Sibilia, ed è così che la Federcalcio è stata posta sotto il Commissariamento straordinario di Roberto Fabbricini, segretario generale del CONI.
Polemiche, indiscrezioni, verità e falsità, non hanno in questo arco di tempo portato a un vero e proprio rinnovamento del movimento, mai svecchiato dopo il trionfo mondiale 2006. I vivai privi di veri e propri talenti nostrani, la mancanza di adeguate strutture sportive ed in generale un movimento amministrato da una burocrazia priva di alcun senso logico, hanno in questi anni alimentato una crisi deflagrata di punto in bianco a cavallo tra il 2017 ed il 2018.
Ebbene sì, perchè dopo il fallimento della squadra di Giampiero Ventura anche un'altra nazionale azzurra, quella di calcio a cinque è sprofondata nella giornata di ieri in una crisi senza eguali. Dopo ben dieci edizioni calcate da protagonista, l'Italia è uscita malamente alla fase a gironi degli Europei di calcio a cinque dopo la fatale sconfitta rimediata contro la Slovenia.
A Lubiana, il risultato finale è stato quello di due ad uno per i nostri avversari, abili a qualificarsi a discapito nostro. Ed'è così che non si potrà bissare il successo centrato ad Anversa nel 2014 ma ancor più grave resta il fatto che, le varie squadre di una nazione calcisticamente potente come la nostra, vengano meno in partite obbiettivamente alla loro portata.
Una crisi per troppi anni sottovalutata da chi al potere risiedeva, ingannato dai buoni risultati dall'Italia "contiana" e a quella Juventus per ben due volte ai piedi del tetto d'Europa. Ad oggi però nulla è più scontato ed uno svecchiamento dei poteri è ora reso necessario se si vuole, nel più rapido tempo possibile, tornare ai vertici del mondo. Ci vorrà calma, capacità di adeguarsi ai cambiamenti e voglia di ripartire da zero ma ciò che si può ottenere potrebbe andare ben oltre le aspettative.
-Scritto da A-
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