giovedì 7 dicembre 2017

Tradizioni e leggende Natalizie


Ci stiamo avvicinando a Natale e nonostante con l'avanzare dell'età lo si senta sempre meno, rimane una festività molto importante in tutto il mondo.


Ammetto di esser sempre stato abbastanza curioso delle tradizioni degli altri paesi, indipercui ho deciso di iniziare questa nuova rubrica che parlerà delle principali abitudini che ricorrono ogni anno nel periodo natalizio in giro per il mondo.
Oggi ve ne proporrò due!

Partiamo dalla Grecia, dove nel periodo natalizio bisogna guardarsi bene dall'arrivo dei Kallikantzari, ovvero dei mostricciatoli metà uomini e metà animali che vivono negli inferi tutto l'anno, cercando di distruggere l'albero della vita al centro della Terra.
Peccato che ogni 365 giorni, nel giorno della nascita di Gesù, l'albero si rigeneri. Arrabbiati e offesi, questi mostri tornano sulla terra emersa per combinarne di tutti i colori agli umani, intrufolandosi nelle loro case, distruggendo mobili, raziando cibo e urinando sul fuoco.
Tradizione vuole che entrino dal camino, per cui il metodo più utilizzato è quello di tener acceso il ceppo natalizio per evitare la loro comparsa, visto la loro avversità nei confronti del fuoco, oltre alla luce e alle croci.
Nel giorno dell'Epifania vengono ricacciati negli inferi, dove riprenderanno la loro opera di tagliaboschi affranti all'infinito.


(Immagine presa dal Sito Ufficiale it.wikipedia.org)


Ora spostiamoci in Messico, dove è consueta abitudine distruggere le pignatte durante la posada (i 9 giorni che precedono il Natale, nei quali Giuseppe e Maria cercarono alloggio).
Bene, ma da cosa derivano le piñate? Bisogna tornare molto indietro e andare in tutta un'altra parte del mondo, in Cina.
Proprio così, i cinesi avevano l'abitudine di costruire (per poi distruggerle) delle statuette a forma di animali, rivestite di carta e ripiene di semi, per celebrare l'avvento dell'anno nuovo e l'inizio della primavera. La leggenda narra che Marco Polo abbia portato queste statuine in Italia e che noi, da bravi italiani, al posto dei semi abbiamo deciso di riempirle di gioielli e dolciumi. 

La tradizione arrivò in Spagna fino a divenire una consuetudine da fare la prima domenica di Quaresima. Così, nel XVI secolo i missionari spagnoli decisero di trasportarla in Messico, ma rimasero stupiti del fatto che vi fosse già un'usanza di questo tipo. 

Gli Aztechi celebravano il dio del sole e della guerra, donandogli una pignatta di terracotta, messa in cima ad un palo, per celebrare la fine dell'anno ed una volta rotta, i tesori all'interno diventavano tributi al dio. 

I missionari colsero la palla al balzo per utilizzare questa usanza in chiave religiosa e continuare il loro compito di conversione del popolo conquistato.
È per questo motivo che la pignatta tradizionale è a forma di stella a sette punte, dovendo rappresentare i 7 peccati capitali; mentre il bendaggio del giocatore rappresenta la cieca vittoria della fede sul male, che viene ricompensata con i dolci all'interno della pignatta. 


Il significato legato alla fede è andato perso col tempo, ma non posso fare a meno di immaginarmi una campagna promozionale del tempo che reciti un qualcosa di simile: "una pignatta per un battesimo"! 

I missionari erano avanti anni luce rispetto al marketing e alla pubblicità dei giorni nostri. Mastrota and co. hanno tanto da imparare!

Scritto da L.

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