martedì 5 dicembre 2017

Una semplice soluzione per la fame nel mondo


La tecnologia ed il genio dell'uomo, hanno in questi ultimi tempi ancor più elevato la coscienza ed il sapere dell'umanità. Nonostante ciò, ad oggi quasi ottocento milioni di individui sparsi per il globo patiscono la fame.


Si amici, avete letto bene; in parole povere, una persona su nove non ha abbastanza nutrienti ed alimenti per condurre una vita sana ed attiva. Come poi ben saprete, uno dei rischi maggiori per la salute degli individui è rappresentata dalla malnutrizione, la quale combinata con malattie quali AIDS, malaria e tubercolosi ogni anno miete sempre più vittime.
Quali fattori favoriscono la fame nel mondo?
Oramai giunti alla fine del 2017, sono le guerre, la povertà endemica, i cataclismi naturali, l'eccessivo sfruttamento degli ambienti e la mancanza di infrastrutture agricole, le principali cause portatrici di malnutrizione sul nostro pianeta.
Il concetto di fame ha però un significato molto più elevato: questo termine non indica solamente la reale mancanza di alimenti ma anche e soprattutto l'errata o totale assenza di micronutrienti, fondamentali per aiutare le persone a evitare di contrarre malattie infettive. 
L'assenza di questi, porta gli individui ad essere immunitariamente più deboli oltre ad impedire un corretto sviluppo fisico-mentale e ad aumentare il pericolo di una morte prematura. Come se tutto questo non fosse sufficiente, la carestia e la fame colpiscono non solamente i singoli individui ma anche e soprattutto le economie nazionali dei paesi del terzo mondo. Per spiegarci meglio, i bambini a cui sono state riscontrate menomazioni mentali e fisiche portate dalla malnutrizione, hanno denotato in età adulta minori potenzialità di generare un reddito.


E pensare che la soluzione a questo problema dell'umanità sarebbe più semplice di quanto molti pensano.
Un sorprendente video della World Economic Forum ha portato nuovamente alla ribalta una vecchia tesi di Nature Geoscience, la quale affermava come basterebbe cambiare il luogo di coltivazione di determinate colture alimentari, per poter sfamare oltre ottocentoventicinque milioni di persone in più, risparmiando inoltre il tredici percento del consumo d'acqua. 
Il concetto riportato dai due enti, spiega come le coltivazioni a livello globale non manchino ma siano a livello geologico maldisposte. Alcune colture infatti, crescerebbero maggiormente se prodotte in zone diverse da quelle attuali, ne è un esempio il grano, il quale sarebbe più congeniale che abbandonasse la terra australiana in favore della soia.
Quello che la World Economic Forum ed il Nature Geoscience propongono, è una politica agricola globale, la quale sappia meglio organizzare le diverse filiere alimentari a seconda delle differenti caratteristiche ambientali, tenendo conto del rischio di siccità od inondazioni. 

Così facendo si ridurrebbero gli sprechi e si porterebbe al completo debellamento della fame nel mondo. Ma siamo sicuri che le popolazioni possano abituarsi ai cambiamenti delle proprie abitudini alimentari?


                                             -Scritto da A-

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