Ammettiamolo, quante volte ci è capitato di scrutare il cielo sopra le nostre teste domandandoci che effetto farebbe poter varcare i confini dello spazio, venendo a conoscenza dei milioni di segreti che lo stesso custodisce?
L'uomo solcò lo spazio la prima vota nel lontano 1961, quando il colonnello sovietico Yuri Gagarin, a bordo del veicolo spaziale Vostok, uscì dall'atmosfera terrestre. In quel 12 aprile di cinquantasei anni fa, il veicolo su cui era a bordo l'astronauta compì un intero giro intorno all'orbita del nostro pianeta alla "modesta" velocità di 27,000 Km/h, per poi rientrare alla base. La missione del 196,1 fu il coronamento dell'intensa Corsa allo Spazio che vide contrapposte le due superpotenze del dopo-guerra, l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti d'America.
L'esplorazione dei meandri dello spazio fu uno degli aspetti che contraddistinse la guerra fredda, inasprendo la rivalità culturale, ideologica e tecnologica delle due fazioni. Ciò nonostante, è grazie ad essa se l'uomo cercò di valicare i propri limiti ed i propri spazi. Dal 1957, anno del lancio orbitale del primo satellite umano, lo Sputnik 1, al 1975, le due nazioni contrapposte si sfidarono nel lancio di sonde, satelliti, missili per concludere la loro eterna rivalità con la conquista della Luna.
Sebbene il programma spaziale russo appariva a molti come il progetto meglio concepito, furono gli statunitensi a metter per primi piede sulla superficie del nostro satellite. Il 20 luglio del 1969, la missione spaziale Apollo 11 consentì all'astronauta americano Neil Armstrong di essere il primo uomo a sbarcare sulla Luna. Questo fece pensare ai più come al primo di uno dei tanti traguardi da lì in poi raggiungibili, grazie ad una rivalità costruttiva che avrebbe permesso di valicare la superficie di Marte ben prima dell'arrivo degli anni duemila. Così, come noi ben sappiamo, non fu ed anzi, con la missione spaziale Apollo 17 del dicembre del 1972, l'uomo in prima persona smise di poter calpestare la superficie del nostro luminoso satellite. Ma come mai l'uomo non fece più ritorno sulla Luna?
Secondo le versioni complottistiche, l'umanità non si spinse più sino alla Luna perché in realtà essa non ci riuscii mai a metter piede. Nonostante questa tesi sia una di quelle ad oggi maggiormente prese in considerazione, la realtà è assai più semplice di come essa non possa apparire. Fu Charles Bolden, ex astronauta ed attuale amministratore della NASA, a spiegare i motivi concernenti l'interruzione dei viaggi lunari. Egli, spiegò come i fondi stanziati annualmente dal congresso a stelle e strisce per i progetti spaziali erano troppo modesti per poter perpetrare altre e future conquiste spaziali, come ad esempio il raggiungimento del pianeta Marte. Infatti, è facilmente osservabile come, con il passare degli anni, sia costantemente diminuito il denaro utile a concepire nuovi ed innovativi programmi spaziali. Nell'occasione, Charles Bolden spense così ogni velleità americana sulla possibile nuova creazione di una missione Apollo per portare l'uomo sulla Luna.
I programmi spaziali americani Apollo, costarono negli anni oltre ventiquattro miliardi di dollari, vedendo inoltre impiegate circa quattrocentomila risorse umane. Non solo, una delle altre ragioni per cui la NASA interruppe le missioni spaziali con equipaggio a bordo era legata al fatto che furono diverse le vite spezzatesi nella ricerca di conquista delle profondità spaziali. Dal 1972 in poi, gli States e la sua organizzazione spaziale capirono come lo spazio rappresentasse un'ignoto pericolo e che sarebbe stato maggiormente sicuro inviare delle sonde per analizzare nuovi dati e valicare nuovi confini.
Ad ora però tutto può nuovamente capovolgersi, con l'attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump sempre più propenso nel sovrascrivere la "Space Policy Directive 1", una iniziativa che intimerebbe la NASA di creare un nuovo programma spaziale con "l'intento di far tornare gli astronauti americani sulla Luna ed eventualmente su Marte". Ricevute precise raccomandazioni dal Consiglio Nazionale sullo Spazio (organo appartenente all'ufficio esecutivo del presidente degli Stati Uniti, sciolto nel 1993 ma riportato in auge dal tycoon ora in carica), questa iniziativa avrà il duplice scopo di far acquisire all'umanità una diversa concezione del cosmo, incrementando così d'altro canto nuove e fiorenti tecnologie. Lo sottoscrizione di questo trattato, darà nuovi fondi all'organo spaziale statunitense, il quale sarà nuovamente in grado di riportare l'uomo al di fuori del "giardino di casa".
Ad oggi, sono infatti ancora diversi gli obiettivi cui la NASA cerca disperatamente di conseguire, come quello che porterebbe l'uomo sulla superficie di un'asteroide, provando così ad analizzarne aspetti conosciuti ed ignoti. Ben più impegnativa sarebbe invece la speranza di poter portare quattro persone nelle zone polari, od in alternativa ad esse quelle equatoriali della Luna, facendole lì soggiornare per non meno di una settimana. Una missione che costerebbe alle casse americane svariati miliardi di dollari ma la quale torna ora prepotentemente d'attualità visto il nuovo piano di stanziamenti proposto.
Una nuova industria potrà dunque fiorire, quella spaziale, con la speranza che un giorno tutti noi potremmo provare l'ebbrezza di un viaggio nello spazio o, perché no, di una bella vacanza lunare.
-Scritto da A-
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