giovedì 14 settembre 2017

Champions League: la prima giornata


E' cominciata male, anzi malissimo l'avventura delle squadre italiane impegnate in Champions League.
(Immagine di ComingSoon)

Un pareggio e due sconfitte: questo è il bilancio da noi rimediato grazie alle sconfitte in trasferta di Juventus (che scoppola incassata a Barcellona) e Napoli, battuto sorprendentemente dallo Shakhtar Donetsk.
Un risveglio amaro quello riservato ai nostri top team della passata stagione, che con un punto in tre partite si riscoprono fragili al di fuori dei confini nostrani.

L'unico punticino portato a casa lo ha conquistato la Roma che, impegnata all'Olimpico contro l'Atletico Madrid, pur non convincendo è riuscita ad imbrigliare le geometrie offensive degli spagnoli.
La squadra di Di Francesco, apparsa lontana dagli standard della passata stagione, non è mai stata capace di impensierire la porta difesa da Oblak, demerito forse di un modulo che oltremodo penalizza il bomber bosniaco Edin Dzeko, mal servito durante il corso di tutti i novanta minuti di gioco. La partenza di Salah e la distanza tra i reparti, come sottolineato a fine gara dallo stesso numero nove, impoverisce un attacco ad oggi troppo debole. Grande la prova offerta dal portiere Allison che con ben nove interventi, alcuni dei quali davvero miracolosi, è risultato esser l'estremo difensore più decisivo della prima giornata.

Cardiff un lontano ricordo? macché. La Juventus di Massimiliano Allegri impegnata al Camp Nou contro il Barcellona ha retto alla grande i primi quarantaquattro minuti di gara, giocandosi le proprie chance di vittoria alla pari con i blaugrana.
La disattenzione difensiva che, ad un minuto dal termine della prima frazione, ha portato al vantaggio Barça firmato da Lionel Messi, ha spaccato in due il match. Alla prima difficoltà infatti, i campioni d'Italia sono andati alla deriva risultando assenti ingiustificati nel secondo tempo. Il tre a zero finale (doppietta di Messi e rete di Rakitic) evidenzia un preoccupante ritardo atletico, maggiormente riscontrabile nei suoi uomini simbolo.
Le tante assenza solo in parte possono giustificare questa ennesima figuraccia europea della Juve, destinatq ora a rialzarsi e a trovare quell'equilibrio tattico che ancora ad oggi noi non riusciamo ad intravedere.


Terza partita e terzo approccio sbagliato ad essa; il Napoli dopo aver sbagliato i primi trenta minuti di gioco contro Atalanta e Bologna (risultati poi positivi conquistati dalla banda Sarri in entrambe le partite), ci ricasca pure contro gli ucraini dello Shakthar, regalandogli più di un'ora di gioco. Bene si sa come la Serie A sia differente dalla Champions, così nonostante trenta minuti giocati ad alta intensità il Napoli esce con le ossa rotte dal neutro di Charkiv. Decisiva ai fini del risultato la brutta prestazione di capitan Hamsik e di Pepe Reina, disastroso sul secondo goal neroarancio.
Le reti di Taison e Ferreyra inguaiano la squadra azzurra, costretta ora a dover non più sbagliare nulla all'interno del proprio girone.
Inutile la rete di Milik su rigore.

Una giornata che può e deve esser d'insegnamento al nostro mondo calcistico. Una giornata che al più presto deve esser dimenticata dalle nostre squadre, destinate e coi mezzi tecnico tattici adatti per dover e poter far molto meglio.

                                                          -Scritto da A-

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