giovedì 7 settembre 2017

Grazie TV per farci sentire così inadeguati!


Quotidianamente, ad ogni ora del giorno e della notte, i mass media bombardano il nostro subconscio di messaggi reconditi atti a modificare le nostre reali convinzioni.


Non è una novità infatti l'esser continuamente sottoposti a questo lavaggio del cervello, i cui risultati sono ora divenuti davvero sconcertanti e allarmanti.
Questi messaggi alterano il nostro normale comportamento e spesso lasciano una profonda cicatrice nel nostro essere. Questa ferita è maggiormente riscontrabile nei soggetti femminili, ai quali bastano appena quindici minuti per sentirsi non adatte e non sufficientemente affascinanti.
Le estenuanti e continue pubblicità che mostrano corpi di modelle mozzafiato, influenzano l'ideale della bellezza, creando uno stereotipo ben al di là della realtà.

Nella nostra società di massa, circondata ogni giorno da immagini di modelle e donne magre all'inverosimile, è oramai arduo verificare il grado di influenza dei modelli proposti.
Il compito di verificare la misura con cui questi stereotipi modificano il nostro ideale di bellezza, è assai più semplice se effettuato dove il messaggio dei mass media non è giunto sino ad ora. E' così Jean-Luc Junker, affiancato dai suoi assistenti dell'università di Neuchatel (Svizzera), armato di pazienza e sete di conoscenza, ha gestito un serio studio in Nicaragua, per l'esattezza presso i villaggi rurali che trovano sede lungo la costa di Mosquito.
Qui, sino a pochissimo tempo fa, l'elettricità rappresentava un lontano miraggio e dunque l'area ha rappresentato il terreno ideale per l'esperimento da svolgersi.
Prendendo come campione ottanta volontari fra donne e uomini, hanno verificato tramite un software la forma da loro ritenuta ideale per un corpo femminile.
Dopodiché a metà di loro sono state mostrate immagini di modelle di taglia compresa tra la trentasei e la trentotto, mentre all'altra metà modelle comprese fra la quarantotto e la sessanta.
Dopo appena quindici minuti è stato richiesto ai soggetti analizzati di rivedere o confermare il proprio ideale di bellezza esteriore. 
La metà sottoposta alle immagini di donne magre, ha rivisto il proprio ideale, disegnando donne dalle forme più esili. Al contrario, chi ha osservato ragazze in carne, ha mantenuto il proprio ideale, aumentando in alcuni casi la taglia del fisico da loro considerato ottimale.

Da tutto ciò si evince come l'impatto continuo di tali immagini sulla nostra cultura, abbia da tempo ormai standardizzato il target di bellezza ideale, contribuendo a far insorgere nei soggetti più sensibili problemi di autostima e depressione.
Bastano solamente quindici minuti, novecento secondi, per far dimenticare all'essere umano la più importante delle sensazioni: "Io sono come sono e voglio esser accettato per come sono".

                                                              -Scritto da A-

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