Ci sarà un motivo se si dice spesso che sarebbe meglio spendere maggiori introiti e risorse sulla ricerca.
Questa tematica politica, su cui l'Italia stenta a trovare una soluzione, ha trovato terreno fertile in Gran Bretagna.
Infatti, proprio a Londra, ieri è partito il primo bus alimentato completamente con B20.
Vi chiederete che cosa sia il B20?
Non si tratta di altro che biometano, contenente olio minerale e un buona dose (il 20%) di olio di caffè. Avete letto bene: olio di caffè.
Non si tratta di altro che biometano, contenente olio minerale e un buona dose (il 20%) di olio di caffè. Avete letto bene: olio di caffè.
La start up inglese che ha dato vita a questo progetto (Bio-Bean) ha stretto un'accordo con la Shell, in modo da poter mescolare l'olio di caffè col diesel e creare il carburante sopracitato.
Considerando che nel Regno Unito si consumano all'incirca 2,5 miliardi di tazzine di caffè all'anno e che con soli 6000 litri di olio si riesce ad alimentare un'autobus per più di 12 mesi, viene logico considerarla una scoperta sorprendente.
Il fondatore della Bio-Bean, Arthur Kay, ha inoltre espresso un forte interesse nel promuovere questa innovazione in paesi dove la produzione e la consumazione di caffè hanno numeri molto più importanti (in primis l'Italia, che consuma 39 miliardi di tazzine di caffè all'anno).
Per concludere, non si esclude uno sviluppo ulteriore di questa nuova tecnologia, nell'ambito del riscaldamento domestico.
Il caffè, ora più che mai, è da considerarsi una nuova risorsa. Spero, nel mio piccolo, di spingere l'Italia ad entrare in questo mercato che la vedrebbe partire, rispetto alle concorrenti, con 50 metri di vantaggio.
Scritto da L.
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