giovedì 26 ottobre 2017

Anna Frank è ognuno di noi

Imperversa oramai da alcuni giorni, non accennando minimamente a placarsi, la polemica intorno alle frasi e ai fotomontaggi antisemiti apposti dagli ultras della Lazio nella curva sud dello stadio Olimpico durante il posticipo di domenica sera.


All'indomani della partita, sono infatti stati rinvenuti degli adesivi con la scritta "romanista ebreo" e dei fotomontaggi che ritraevano Annelies "Anna" Frank, ragazza ebrea di origini tedesche autrice del famoso diario in cui vengono raccontate le raccapriccianti persecuzioni naziste ai danni del proprio popolo.
Il fatto che tanto clamore ha suscitato nel nostro bello quanto ignorante paese e non solo, ha innescato la reazione delle massime autorità statali, dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Presidente della repubblica Sergio Mattarella,
unanimi nel condannare il fatto e nell'esprimere la propria vicinanza alla comunità ebraica, scossa ed incredula per quanto avvenuto. La Questura di Roma ha aperto un fascicolo sui fatti dell'Olimpico, identificando sedici
persone responsabili dell'apposizione di questi disgustosi adesivi.
Il calcio nostrano e il suo ente di controllo, la Federcalcio, prontamente critici nei confronti di questi beceri tifosi (se così si possono definire), si è unita nel portare in ogni stadio un messaggio di pace e di insegnamento.
Pronta anche la reazione della società bianco-celeste, la quale nella giornata di lunedì ha fatto visita alla sinagoga della capitale, portando in dono una corona di fiori.

Tutto ciò però pare non essere abbastanza per scuotere la morale dei più beceri tra noi, ancora convinti della ragione del proprio odio antisemita.
In molti paiono infatti aver dimenticato l'orrore della guerra, la potenza dell'odio e il disgusto per la tortura di un popolo intero, dimezzato dalla follia di un pazzo e dalla noncuranza del mondo intero.
Quanti di noi davvero conoscono la storia di Anna Frank? 
Quanti invece ignorano la sofferenza da lei provata?
Lungi da noi l'esser superbi ma, attraverso queste poche righe, proveremo a trasmettervi un poco della tragica vita di Anna, scomparsa prematuramente all'età di quindici anni per colpa d'ognuno di noi.

Anna Frank nasce il 12 giugno del 1929 a Francoforte dalla relazione fra Otto Frank ed Edith Frank.
Dopo un'infanzia agiata vissuta nella città sul Meno, la famiglia Frank è costretta, in seguito alla salita al potere di Hitler, a trasferirsi in Olanda dove il padre di Anna riesce ad avviare un'ottima attività imprenditoriale.
Questa nuova felice vita dura poco; l'inizio della seconda grande guerra scuote nuovamente le vite dei Frank che, dopo l'occupazione nazista in Olanda (10 maggio 1940), sono costretti a cambiare nuovamente vita: Anna e Margot (sua sorella maggiore) sono costrette a frequentare una scuola per ebrei mentre al padre Otto viene tolto il comando della propria azienda.
Sono numerosi i tentativi di fuga negli States o nel Regno Unito da parte della famiglia di Anna, sfortunatamente tutti naufragati. L'attivazione di una politica antisemita sempre più rigida e la deportazione nei campi di lavoro, convincei Frank a nascondersi nel retro della palazzina che ospita l'impresa di Otto.
Il rifugio in Prinsengracht 263 ospiterà anche la famiglia Van Pels, amica dei Frank, ed il dentista ebraico Fritz Pfeffer. Segretamente aiutati da Victor Kugler, Johannes Kleiman, Miep Gies e Bep Voskuijl, dipendenti di Otto e da Jan Giels marito di Miep, gli otto residenti vivranno in clandestinità per due lunghi anni sino alla scoperta della polizia nazista avvenuta il 4 agosto del 1944. In questo periodo Anna scriverà, su un diario a lei regalatogli poco prima di entrare in "prigionia", le vicissitudini dell'appartamento e di lei in prima persona. Dopo esser stata arrestata e deportata nel campo di concentramento di Bergen-Belsen insieme alla sorella, Anna morirà nel 1945 per malattia e stenti. Degli otto clandestini del 263 solamente il padre di Anna, Otto, sopravviverà ed una volta tornato in terra olandese verrà a conoscenza del manufatto della figlia, pubblicato nel 1947 per la prima volta con il titolo di "Het Achterhuis", ovvero "L'alloggio Segreto".


Ad oggi la vicenda di Anna è fortunatamente nota al mondo intero, utile per far si che mai più simili avvenimenti possano ricapitare.
Anna Frank non è della Roma, della Lazio, del Milan o della Juventus. Anna Frank è ognuno di noi.

                                                                                   -Scritto da A-

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