giovedì 5 ottobre 2017

Vino, berlo fa bene, ma non troppo

Migliaia di anni fa l'uomo si accorse che la fermentazione dell'uva trasforma i zuccheri in alcol, dando così origine a una gustosa bevanda. Ma solo nel secolo scorso gli scienziati hanno capito che il vino rosso che accompagna solitamente i pasti è ricchissimo di antiossidanti.

La regola generale è di bere non più di un bicchiere di vino a pasto e mai a digiuno, dato che l'assorbimento è più veloce con conseguente aumento degli effetti negativi. Mai berlo prima dei 17 anni, dato che prima di quest'età non sono ancora presenti nel fegato gli enzimi necessari a metabolizzarlo correttamente. 

In piccole quantità il vino è ricco di antiossidanti che aumentano le difese dell'organismo. Se consumato nelle giuste dosi il vino fa bene: al sistema cardiovascolare, mantenendo elastiche e giovani le membrane cellulari e allontanando il rischio di ictus e infarto; alla prostata, proteggendola, grazie ai polifenoli, da infiammazioni e tumori; al sistema immunitario; al sistema digestivo, stimolando la secrezione salivare e i succhi gastrici se preso in moderate quantità; alla circolazione aumentando la fluidità del sangue.

Se si esagera nelle quantità danneggia gli organi che lo metabolizzano, ovvero pancreas e fegato. Un consumo eccessivo infatti può portare a due infezioni (pancreatiti e cirrosi) anticamere del tumore. Appesantisce i reni, dato che richiede una notevole azione di filtraggio, e colpisce il cervello provocando danni alla memoria e alla lucidità mentale.

- Scritto da M -

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