giovedì 15 giugno 2017
Everest: la Cina chiude le porte del paradiso
Era da giorni che non si parlava d'altro tra sportivi e alpinisti d'ogni genere e ad inizio settimana si ha avuto la conferma: il governo cinese ha deciso di chiudere le porte del monte Everest.
La clamorosa e scioccante notizia, è scaturita a seguito della scalata illegale compiuta dal polacco Adam Adamski, che privo di qualsivoglia permesso ha compiuto la traversata del tetto del mondo, salendo dal versante tibetano (a nord) e ridiscendendo dal versante nepalese (a sud).
Così facendo, l'alpinista polacco ha attirato su di se l'ira del governo pechinese e di migliaia di appassionati, che si sono visti sospendere i loro pass di scalata per tutto l'arco dell'anno in corso.
Allo stesso, giustificatosi replicando come "non possano esistere permessi per le montagne", sarà poi vietato avvicinarsi a qualsiasi montagna cinese per i prossimi dieci anni.
Dalla Cina trapelano fonti secondo cui la versione ufficiale rilasciata agli organi di stampa e al mondo intero, sia quella di rendere migliori le condizioni delle spedizioni e delle campagne future, rendendo con ogni probabilità più arduo ottenere i permessi di ascesa.
Non solo il monte Everest è stato oggetto di chiusura, infatti gli terranno compagnia il monte Cho Oyu e il monte Shishapangma.
Storia:
Il monte Everest collocato al confine fra Cina e Nepal, appartiene alla catena dell'Himalaya e con i suoi 8848 metri d'altitudine si colloca al primo posto tra le vette più alte del continente.
Dalla forma piramidale, il monte denominato madre dell'universo (Chomolungma) in tibetano e dio del cielo (Sagaramatha) in nepalese, ottiene il nome con cui oggi è comunemente conosciuto nel 1865; l'allora governatore dell'India Andrew Vaugh, rinomina il monte in onore dell'amico e collaboratore George Everest, responsabile al servizio della corona inglese dei geografi britannici nella colonia indiana.
Era il lontano 1852 quando Radhanath Sikdar, operatore indiano del Survey, individuò il monte Everest nella catena montuosa dell'Himalaya, attribuendogli un altitudine di 8840 metri.
I primi tentativi di scalata al monte vennero compiuti da campagne britanniche a partire dal 1921. Nel corso della spedizione del 1924, Andrew Irvine e George Mallory scomparvero nel tentativo di scalata della cresta nord.
Non ci è dato sapere se i due raggiunsero la vetta o scomparvero una volta deciso di rinunciare alla scalata, quello che è certo è il fatto che il corpo di Mallory ritrovato nel 1999, denota come sia deceduto nel tentativo di discesa.
Ad oggi il corpo di Irvine non è ancora stato rinvenuto.
La prima ascensione certa e documentata sino alla vetta, fu compiuta nel maggio del 1953 da Edmund Hillary e Tenzing Norgay.
Al 2010 risultano 5105 le persone riuscite a coronare il sogno di giungere sino alla vetta del monte, mentre sono 219 le vite umane spentesi nel tentativo di scalata.
See you soon Sagaramatha!
-Scritto da A-
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