giovedì 1 giugno 2017

BASTA con la VIOLENZA



Quante volte vi è capitato di leggere sui giornali, sentire via radio, vedere alla TV o consultando i social media di continui atti di violenza?
Dal tema attuale della Blue Whale (trattato da noi la scorsa settimana), ai continui attacchi di bullismo cui sono soggetti ragazzi e ragazze di tutte le età quotidianamente, senza dimenticarci degli efferati omicidi che giornalmente accadano (di cui spesso sono vittime donne).



Sfogliando il quotidiano di lunedì, mi sono imbattuto nella storia di una giovane studentessa italiana di 21 anni, violentata e sequestrata dal proprio ragazzo.
Il fatto, accaduto tra la metà del 2012 e la fine del 2013, è emerso solamente in questi giorni, in cui la ragazza avrebbe trovato la forza di denunciare il proprio ex fidanzato.
Ma questo è solo l'ultimo dei tanti, troppi episodi d'aggressività che quotidianamente scuotono l'opinione pubblica.

Mai come oggi, in una società moderna sempre più arrogante e discriminatoria, il tema della violenza diventa d'attualità.
Ma da dove scaturisce tutto ciò? Cosa ci porta ad essere così brutali?
Intrinseca nel nostro animo e del nostro essere, è spesso riconducibile a componenti istintive (come la rabbia o l'odio) che nella maggior parte dei casi sfocia contro chi consideriamo più deboli.
Ormai la violenza è espressione dei tempi correnti, dove non ci si accontenta più e si desidera sempre qualcosa di nuovo, anche a costo di calpestare i diritti altrui.
Questo purtroppo non è soltanto un tema moderno, le sue origini hanno una storia antica e radicata.



Con il primo conflitto mondiale, il mito dell'esperienza della guerra diede vita ad un processo di brutalizzazione dell'animo umano. Ciò venne più volte ribadito dallo storico tedesco George L. Mosse, il quale sottolineò come ciò si riperquotesse nella politica e nell'indifferenza verso la vita umana.
C'è poi chi, come Hannah Arendt, classifica la violenza come manifestazione di creatività e vita o esponenti come Wetter Benjamin convinto nella bontà della stessa se usata per ottenere giusti fini.
Anche se può sembrare improbabile, nel corso degli anni c'è chi è riuscito a rimuovere l'odio, l'astio, l'arroganza dalla propria vita, diventando mentore per la propria e le future generazioni. Questi intellettuali e pacifisti, trovano nella non-violenza il loro inno alla vita. 
Capostipite di questi non-eroi, è senza alcun dubbio  Mahatma Gandhi, che la usò come strumento di lotta politica, opponendosi mediante i propri sacrifici e sofferenze al potere dei tiranni e conquistatori.
Le sue gesta ispirarono personalità illustri come Nelson Mandela e Martin Luther King, i quali hanno segnato la storia mondiale attraverso le loro gesta.


Sebbene la società costruisca, grazie ai propri messaggi d'indifferenza e prevaricazione, ogni giorno mostri disposti alle peggiori gesta, certamente mostri non si nasce.
La violenza può essere contrastata dall'insegnamento di persone non comuni, capaci di trasmettere mediante la loro educazione e il loro messaggio, il culto del rispetto verso se stessi e il prossimo.

                                             -Scritto da A-

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