martedì 25 luglio 2017
Charlie Gard: quando l'amore del mondo non basta
La speranza, si racconta sia l'ultima a morire. Malauguratamente per il piccolo Charlie Gard, bambino britannico di appena undici mesi affetto da una gravissima oltre che rara sindrome da deplezione del dna mitocondriale (mitocondriopatia), anche quest'ultima è venuta meno.
Connie Yates e Chris Gard genitori del neonato, mediante l'avvocato di famiglia Grant Armstrong, hanno reso pubblica l'intenzione di non voler più trasferire il figlioletto negli Stati Uniti dove avrebbe dovuto sottoporsi ad alcuni trattamenti sperimentali.
La battaglia legale
Cinque mesi or sono, la famiglia Gard aveva intrapreso una disperata battaglia legale nei confronti del Great Ormond Street Hospital di Londra, reo di voler sospendere i sostentamenti necessari alla sopravvivenza di Charlie.
Inascoltati dai vari gradi di giudizio del Regno Unito, la tenacia di mamma e papà ha portato a sottoporre il caso presso la Corte Europea per i diritti umani, la quale inspiegabilmente si conformò alle inconcepibili sentenze britanniche.
Col passare dei mesi l'episodio, grazie alla sua diffusione mediatica, ha raggiunto ogni angolo della Terra trovando numerosi sostenitori pronti a tutto pur di tenere in vita il fanciullo.
Dopo i messaggi di cordoglio e le offerte d'aiuto, la situazione si era sbloccata lo scorso 19 luglio, quando il presidente degli USA Donald Trump aveva conferito la cittadinanza americana al piccolo, garantendogli così di poter usufruire delle cure sperimentali una volta sbarcato sul suolo d'oltre oceano.
L'esito
Il trantran legale e mediatico, ha portato a distogliere l'attenzione dal nucleo centrale della questione: Charlie.
L'ultima risonanza magnetica effettuata dall'esperto neurologo Michio Hirano, ha infatti riscontrato danni cerebrali irreversibili, sancendo l'inefficacia delle cure sperimentali a nucleosidi.
"Per il piccolo è troppo tardi, il danno è stato fatto" così ha tuonato Grant Armstrong dinnanzi alla Corte Europea per i diritti umani, generando in ognuno di noi un mostruoso senso di colpa.
Ai distrutti genitori, toccherà ora il gravoso compito di concordare con i medici del Great Hospital in che modo far cessare di vivere il proprio figlio, pronti loro malgrado a dirgli addio.
Il giudice Justine Francis, ha rilasciato una dichiarazione secondo cui questi ultimi sarebbero ora concordi nel sottoporre il bimbo a cure palliative atte a garantirgli una morte dignitosa.
Il dramma visto con gli occhi dei genitori
Scossi e dilaniati dalla futura morte del proprio bambino, Connie e Chris Gard hanno maturato l'intenzione di dare alla luce una fondazione utile a far si che la storia di Charlie non si ripeta.
D'altro canto le parole da loro rilasciate imprimono in ognuno di noi una malinconia difficilmente colmabile.
"E' tempo che vada e che stia con gli angeli" queste le dolci parole del padre Chris a cui si somma l'angoscia, concepibile da ogni donna, di una madre dall'animo distrutto: "volevamo solamente dargli una chance di vivere".
Charlie, condannato dalla mitocondriopatia, non vedrà mai l'alba dell'anno di vita, non potrà mai giocare assieme ad altri bambini e non potrà mai conoscere la gioia di vivere ma, inconsciamente ricorderà sino al suo ultimo istante l'amore donatogli dei propri genitori.
-Scritto da A-
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento