mercoledì 26 luglio 2017

Martin Scorsese


L'articolo settimanale sull'arte, nuovamente va a toccare un genio della regia mondiale; questa volta è il turno di Martin Scorsese.


(Immagine presa dal Sito Ufficiale Comingsoon.it)

Fede e Peccato

Martin nasce nel Queens nel lontano 1942, nipote da parte di entrambi i genitori, di immigrati italiani provenienti dalla provincia di Palermo. Lui e la sua famiglia furono costretti a spostarsi a Manhattan nella rinomata Little Italy, dove il piccolo Martin non trascorse un'infanzia rosea; infatti data la sua bassa statura e i suoi problemi d'asma, non riuscì a farsi accettare dalle gang locali e ciò gli permise di coltivare la sua più grande passione: il cinema western e neorealista, e una forte religiosità.

Così decise di studiare per poter diventare prete, ma dopo 4 anni abbandonò il seminario e si iscrisse ad un corso cinematografico alla New York University. All'epoca diede vita ad un cortometraggio che verrà riconosciuto come un capolavoro per il nuovo popolo di registi moderni di Hollywood, La Grande Rasatura. Dove si possono già intravedere alcune delle caratteristiche, che lo contraddistingueranno nella sua carriera, come il montaggio fulmineo, parti splatter e la critica sociale tagliente.
In questo corto un giovane inizia a tagliarsi la barba fino a tagliarsi la gola, con la scritta finale Viet 67, Scorsese ci fa vedere come l'insensata violenza in Vietnam abbia colpito in modo irreparabile intere generazioni che si mostrano incapaci di tornare a vivere nella loro società.
Nel 1965 esegue il suo primo lungometraggio, dopo averlo interrotto, sotto consiglio del suo professore lo conclude: Chi sta bussando alla mia porta?

All'inizio degli anni 70 lasciò la Grande Mela per andare ad Hollywood dove cominciò un periodo molto prolifico con America 1929 - Sterminateli senza pietà e Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno. Con quest'ultimo si aprì una profonda amicizia e longeva collaborazione tra il regista e l'attore Robert De Niro; nel film cercò di dar vita al binomio indissolubile tra salvezza e peccato tra le strade della Little Italy newyorkese, riprese molto dalle sue esperienze adolescenziali, aggiungendovi una fotografia claustrofobica e musiche popolari di sottofondo.

Venne criticato di non saper girare un film con protagonista una donna, così girò Alice non abita più qui, facendo vincere alla protagonista Ellen Burstyn l'Oscar nel 1975.

L'anno successivo tornò nella sua amata New York, insieme alla sceneggiatura di Paul Schrader e all'interpretazione di De Niro diedero vita ad uno dei film più apprezzati dal pubblico e dalla critica mondiale: Taxi Driver. Questa rappresentazione della difficoltà psicologica di un reduce di guerra in Vietnam gli permise di vincere la Palma d'Oro al Festival di Cannes e di ottenere 4 nomination agli Oscar.

Creò un musical dedicato alla città che non dorme mai, con protagonisti De Niro e Liza Minnelli New York, New York, ma fu un enorme flop. Questo lo portò a soffrire di una forte depressione, portandolo ad assumere droghe, stupefacenti e psicofarmaci, fino ad abusarne.

Robert cercò di aiutare il suo amico ad uscire da questa situazione, proponendoli di girare un film con lui, riguardo al pugile italo statunitense Jake LaMatta. Così nacque Toro Scatenato, che ottenne due Oscar e permise al regista di rappresentare tutta la sua sofferenza di quel periodo sulla pellicola.

Si seguirono film come Re per una notte (sulla vanità del star system dell'epoca) e Fuori Orario (piccolo film sull'incapacità di tornare a casa, rimanendo bloccato in un incubo), che non sempre furono ben visti dalla critica, ma che ottennero anche riconoscimenti di un certo calibro, come la Palma d'Oro per la miglior regia nel 1986.

Venne nuovamente criticato per aver prodotto dei film al mero scopo di lucro, perdendo di personalità, ma poi diede vita ad un progetto al quale stava lavorando da anni, ovvero l'adattamento cinematografico del romanzo di Kazantzakis, L'Ultima Tentazione di Cristo. Il film affrontò diverse difficoltà come il rifiuto di essere prodotto dalla Paramount per paura delle ripercussioni delle associazioni cattoliche, senza contare le proteste e le minacce di boicottaggio. Alla fine il film uscì nel 1988 e, nonostante queste problematiche, rappresenta un enorme esempio della smisurata fede del regista che decise di rappresentare Cristo prima di tutto sia come uomo oltre che come divinità, per dare un senso alla sua sofferenza e ai valori cristiani che altrimenti perderebbero di significato.

Dirisse un videoclip di Michael Jackson e decise assieme ad Allen e Coppola di produrre un esperimento cinematografico nel 1989 con New York stories. Un progetto suddiviso in 3 episodi, uno per ogni regista, che avrebbe dovuto dar parola a storie di vita quotidiana della gente di NY, ma fu un grande insuccesso.

Arrivati negli anni 90 arrivano alcuni dei suoi film più famosi, che ricalcano molto bene le tematiche tanto care a Martin delle gang criminali. Come in Quei Bravi Ragazzi (Goodfellas) e Casinò. Tutti e due i film derivano da storie vere e hanno come protagonisti oltre al fidato Robert De Niro, Joe Pesci e Sharon Stone, l'eccesso e la violenza la fanno da padrone al pari dello stile nevrotico nel montaggio.
Seguendo sempre questa linea rossa, nel 2002 produsse Gangs of New York, col quale diede inizio ad un nuovo sodalizio di collaborazione, questa volta con Leonardo DiCaprio, il film sulla violenza che sta alla base dell'intera nazione Usa ottenne 10 nomintion.

Affezionato a dar vita a storie vere diresse The Aviator, rappresentando la vita della leggenda Hollywoodiana Howard Hughes, con ancora Leo protagonista e affiancato dalla bellissima Cate Blanchett.


Scorsese e DiCaprio sul set di The Wolf of Wall Street

(Immagine presa dal Sito Ufficiale Comingsoon.it)

Nel 2006 arrivò il tanto bramato premio Oscar come miglior regista per The Departed, remake di un film del 2002; questa volta DiCaprio è un infiltrato della polizia all'interno di una cosca mafiosa mentre viceversa Matt Damon invece un mafioso infiltrato nella polizia.

I suoi ultimi 4 film sono un capolavoro dopo l'altro. A partire dalla forza psicologica del thriller Shutter Island, la sperimentazione della nuova tecnologia digitale con Hugo Cabret, il dramma dell'eccesso di potere e di soldi in The Wolf of Wall Street e la capacità di dar voce alla religione con Silence.

Aspettiamo con impazienza un altra storia di cruda realtà, come ci ha da sempre abituato il buon Martin Scorsese.

Scritto da L.



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