lunedì 24 luglio 2017

Follie di un calciomercato di mezza estate



Sborsare duecentoventidue milioni di euro per aggiudicarsi le prestazioni atletico-sportive di un solo calciatore: follia? No, realtà.


Infatti, secondo quanto riportato nei giorni appena trascorsi da media francesi, catalani e italiani, il Paris Saint-Germain sarebbe disposto a versare la cifra sopra indicata per aggiudicarsi il talento brasiliano, ora al Barcellona, Neymar da Silva Santos Junior, conosciuto più semplicemente come Neymar.
Lo sceicco Nasser Al-Khelaïfi, presidente della prima squadra di Parigi, non si fermerebbe solo a versare i duecento e passa milioni di euro utili a "liberare" l'asso brasiliano bensì, garantirebbe a quest'ultimo un contratto sontuoso da trenta milioni l'anno, più un altra quarantina all'atto agognato della firma. Una cifra disumana, inconcepibile e al di fuori di qualsivoglia logica.  
Assolutamente lungi da noi discutere o criticare le doti innate del fuori classe di San Paolo, vero e proprio crack del calcio mondiale; quel che noi critichiamo semmai è la valutazione dl giocatore: eccessiva ed oltre modo iniqua.

Fino ad un tempo non troppo lontano da oggi, i soldi pur mandando avanti questo sport, non lo condizionavano al punto di spendere e spandere determinate cifre. Ci chiediamo dunque, quanto sarebbero costati giocatori come Maradona e Platini, a nostro modesto avviso decisamente più abili e UOMINI del blaugrana.
Disgraziatamente però, sono anni che il mondo calcistico ha perso la sua naturale semplicità, divenendo ad oggi una vera e propria economia, folle a tratti ma sicuramente ben remunerativa.
Paul Pogba, Romelu Lukaku, Gareth Bale, Kevin De Bruyne: sono solo alcuni dei folli acquisti effettuati da imprenditori con le tasche piene di soldi e presidenti di club di calcio più o meno conosciuti.
Nonostante la FIFA e gli organi competenti abbiano cercato negli anni di contrastare queste folli cifre, con ad esempio il Fair Play finanziario, sempre più il calcio miete milioni, distanziandosi da quell'antica bellezza che intrinsecamente esso aveva.


Una passione certamente, un grande amore per migliaia, milioni di tifosi ammaliati da acquisti pagati a suon di soldoni.
Aprite gli occhi! Andate oltre le apparenze e concepite come determinate cifre potrebbero e dovrebbero esser impiegate in modo migliore. Il calcio come raccontato da me la scorsa settimana in  "C'era una volta il calcio che amavo", è molto più che un semplice gioco, il quale grazie alla propria bellezza e notorietà potrebbe influenzare positivamente gli amanti di questo sport.
Chiedete ad un ragazzino quanta felicita gli arrechi tirar due calci dietro ad un pallone e opponiamoci ad uno scempio di denaro e risorse più utilmente impiegabili.
Torniamo all'antica bellezza di questo fantastico gioco!

                                                      -Scritto da A-

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